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martedì 16 aprile 2013

CSAIL-INDIGNATI: NON CREDIAMO ALLA TESI DEI “CERCHI CONCENTRICI”

Possono bastare degli avvisi di personale magari affissi nei bar di Armento, Castelsaraceno, Aliano, Gallicchio, Gorgoglione, Missanello, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino e Sant’Arcangelo ( dove i disoccupati sono costretti a passare il loro tempo) a favorire l’assunzione da parte dell’Eni di manodopera locale ? E cos’è questa tesi dei “cerchi concentrici” frutto di grande creatività e subdola fantasia ad opera di chi in realtà, incapace, non riesce a fare un cerchio nemmeno nella sua maggioranza politica per arrivare, in tempi ragionevoli, ad una giunta ? Sono solo alcuni degli interrogativi che scaturiscono dalla lettura dell’ennesimo “bollettino di regime” sul nuovo incontro in Regione tra manager Eni, sindaci “ribelli” della bassa ed Alta Val d’Agri e Governatore-sceicco che, forse, ha attinto l’idea dal filosofo Kant (la Rivelazione come una sfera più vasta della fede, la quale contiene in sé la religione razionale pura come sfera più ristretta, non come due cerchi esterni l’uno all’altro, bensì come due cerchi concentrici ), in quanto come Kant, ritiene di essere maestro della ragione pura. Oppure dal matematico svizzero Eulero, il personaggio omaggiato nella giornata di oggi, con un doodle animato sulla homepage del motore di ricerca Google. Per noi c’è poco da “irraggiare in centri concentrici” nell’area destinata, di questo passo, a diventare deserto perché le ditte individuali continuano a chiudere, le aziende agricole e zootecniche - in fallimento - non ce la fanno più, i giovani non tornano nei comuni di nascita. E ancora, come dar credito alle giustificazioni e bluff dell’Eni sulle modalità di selezione, con la tesi che il “ risultato delle assunzioni sia direttamente proporzionale al numero di candidature venute dai diversi territori”. Una pretestuosità che somiglia ad una “tirata di orecchie” ai sindaci che non si attivano a far spedire domande dei propri concittadini disoccupati, quasi a far credere che tutto sommato non abbiano tutto questo bisogno di occupazione. E si può ancora sperare che l’Eni diventi il “buon agente di sviluppo ?” Solo utopia . Al punto in cui siamo arrivati non ci resta che riprendere la mobilitazione del popolo del petrolio, l’unico strumento che conosciamo per contrastare l’arrogante e furbesca strategia dell’Eni, superare il, già noto, dilettantismo dei sindaci e la “solitudine” del Governatore-sceicco. L’unico per riaprire la partita dello sviluppo, del polo di energie alternative, di crescita non solo legata al petrolio. 

 Filippo Massaro, Csail- Indignati Lucani

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