Si chiama Duke il nuovo disco di Fabrizio Bosso, un omaggio al “Duca” Ellington in uscita il 26 maggio per la Verve/Universal. È naturale per tutti i più grandi musicisti sentire l’esigenza di misurarsi con i maestri del passato, rendendo un omaggio che possa estinguere, almeno in parte, il debito nei loro confronti. La scelta di Bosso, trombettista dalla voce inconfondibile e tra i più quotati nella scena jazz italiana e internazionale, è caduta in questo caso su Duke Ellington, forse il compositore più influente di tutto il Novecento. Fabrizio Bosso riesce in un’operazione audace e per affrontarla ha chiamato accanto a sé Paolo Silvestri, che ha scritto arrangiamenti funambolici e pieni di verve che fanno di Duke molto più di un semplice tributo a uno più grandi maestri che il jazz abbia conosciuto. Partendo dagli standard più celebri del “Duca”, Silvestri li rivisita senza stravolgerli, dando la giusta centralità alle note necessarie e preparando il campo a Bosso perché possa, grazie alla sua tecnica, al suo estro e al suo gusto inimitabile per la melodia, dare l’ennesima prova di un talento ormai maturo e capace di sorprendere ancora. Il trombettista di origini torinesi, che ci ha ormai abituati da diversi anni a incursioni in territori anche molto lontani dal jazz, la cui ecletticità gli ha consentito di muoversi con uguale disinvoltura in ambiti trasversali, ritorna con un album che suggella il legame indissolubile col suo primo amore: il jazz. Ad accompagnare la tromba di un Fabrizio Bosso in stato di grazia - autentico caleidoscopio di colori e timbriche sofisticate - c’è il suo quartetto composto da Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Luca Alemanno al contrabbasso, Nicola Angelucci alla batteria e una sezione di fiati maestri: Fernando Brusco e Claudio Corvini alla tromba, Mario Corvini al trombone, Gianni Oddi al sax alto, Marco Guidolotti al sax baritono e Michele Polga al sax tenore e soprano. Una lunga cavalcata tra i successi più grandi del “Duca”, dalle atmosfere sofisticate delle Big Band di I Let A Song Go Out Of My Heart ai ritmi travolgenti di Caravan e Perdido, passando per una versione magnificamente riarrangiata di In A Sentimental Mood al lirismo di Solitude fino a I Don’t Mean A Thing (If It Aint’t Got That Swing) registrata con il quartetto e con Michele Polga al sax tenore e Marco Guidolotti al baritono. Completa la tracklist un medley a cui la direzione del maestro Paolo Silvestri conferisce grande coesione senza snaturare l’essenza dei brani proposti, unendo due grandi classici di Ellington: Black Tan Fantasy e Jeep’s Blues. Un disco che esalta l’eleganza compositiva dei brani di Duke Ellington evidenziando, allo stesso tempo, le doti indiscusse di interprete di Fabrizio Bosso che qui mette in luce ancora una volta un talento proteiforme e cristallino.
Tracklist
1) I LET A SONG GO OUT OF MY HEART (Duke Ellington - Irving Mills) 10:38
2) CARAVAN (Duke Ellington - Juan Tizol - Irving Mills) 8:05.
3) IN A SENTIMENTAL MOOD (Duke Ellington - Manny Kurtz - Irving Mills) 8:26
4) IT DON'T MEAN A THING (IF IT AIN'T GOT THAT SWING) (Duke Ellington - Irving Mills)
5) Medley 10:58
BLACK AND TAN FANTASY - intro (Duke Ellington - James W. "Bubber" Miley) JEEP’S BLUES (Duke Ellington - Johnny Hodges)
6) SOLITUDE (Eddie DeLange - Irving Mills - Duke Ellington) 9:38
7) PERDIDO (Ervin M. Drake - Hans J. Lengsfelder - Juan Tizol) 10:04
Arrangements and Conduction: Paolo Silvestri
Fabrizio Bosso Quartet:
Fabrizio Bosso - trumpet and flugelhorn
Julian Oliver Mazzariello - piano
Luca Alemanno - double bass
Nicola Angelucci - drums
with Paolo Silvestri Ensemble:
Fernando Brusco, Claudio Corvini - trumpet
Mario Corvini - trombone
Gianni Oddi - alto sax
Michele Polga - tenor and soprano sax
Marco Guidolotti - baritone sax
IT DON'T MEAN A THING:
Fabrizio Bosso - trumpet and flugenhorn
Michele Polga - tenor sax
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