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mercoledì 20 maggio 2015

CONFESERCENTI RILANCIA OFFENSIVA CONTRO SAGRE-MERCATINI-MANIFESTAZIONI CON CIBI E BEVANDE

Fiere, sagre, feste di paese. Confesercenti Potenza rilancia l’offensiva contro mercatini e manifestazioni con somministrazione temporanea di cibi e bevande, considerati insieme all’abusivismo e alla contraffazione la principale causa di chiusura delle attività commerciali. “Il lavoro di classificazione delle sagre deve essere rigoroso» dice Prospero Cassino, presidente Confesercenti «e poi va definito il periodo massimo di durata delle manifestazioni. Le amministrazioni comunali vanno invitate ad autorizzare, a dare il patrocinio e a sostenere magari con un contributo soltanto quegli eventi certificati, perché anche la Sagra della pizza non si può affidare a chi non è pizzaiolo. Un fenomeno quello delle sagre – spiegano alla Confesercenti – che sempre più si configura come una concorrenza sleale nei confronti della categoria della ristorazione come dei titolari di esercizi alimentari che è gravata da spese e dal fisco. Ben consapevoli che la normativa mette sagre e feste paesane al riparo da efficaci strumenti di controllo fiscale”. Difficile compiere una ricognizione delle Sagre-Feste in Basilicata ma – secondo dati di Confesercenti – dell’ordine di 150-160. La confederazione di categoria stima un volume di affari tra 1-1,2 milioni di euro annui. Un fenomeno crescente se solo si pensa che 5 anni fa erano una cinquantina.
Sul fatto che tali manifestazioni, come le sagre di paese estive, siano una forma di concorrenza per i locali della zona è ovvio. E hanno pure successo di pubblico. Ma perché sleale? «Le imprese della ristorazione faticano tutto l'anno per offrire un servizio di qualità ai clienti, danno lavoro e sostengono carichi fiscali e burocratici pesantissimi, oltre a tutte le spese per contributi dei dipendenti, assicurazioni, Inail e via dicendo – spiegano alla Confesercenti – Queste manifestazioni, invece, non fanno nulla di tutto ciò e utilizzano personale volontario. Non lasciano nulla al territorio e non realizzano nessun beneficio per l'economia locale. Non si tratta di sagre e feste popolari a scopo benefico, ma di soggetti che ormai rappresentano vere e proprie 'aziende ombra' della ristorazione». In alcune regioni Confesercenti ha avviato una petizione per sollecitare le Regioni a regolamentare in modo definitivo le sagre e le feste popolari e invitare le Giunte ad accelerare nella produzione di un progetto di legge che rappresenta un primo passo in questa direzione, per risolvere un problema annoso che si ripresenta puntualmente con l'arrivo della bella stagione: le richieste di albergatori e ristoratori sono chiare e pressanti, chiedono in coro un intervento legislativo che possa fissare regole certe in materia di sagre. “Chiediamo il rispetto dei medesimi adempimenti fiscali e tributari, igienico sanitari, in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di amministrazione del personale a cui sono sottoposte le imprese”. Confesercenti e gli esercenti stessi spiegano di non volere la chiusura delle sagre, che continuano a rappresentare un momento importante nella vita di una comunità e di esaltazione del cibo, in particolare quello del territorio: la loro battaglia vuole solo portare al rispetto delle normative da parte di tutti. Basta con le feste gastronomiche a ciclo continuo, che non hanno altro scopo se non quello di far fare profitto agli organizzatori privati, a scapito delle imprese della ristorazione – argomenta il presidente di Confesercenti,– sfruttando vantaggi fiscali fanno concorrenza sleale a ristoranti, bar, osterie che operano tutto l'anno sostenendo costi pesantissimi».

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