Da questi risulta che la piazza principale del paese registra un valore di 4.5 microgrammi/mc, secondi solo ad alcune località di Viggiano, la capitale del petrolio in Basilicata. Moliterno è in linea d’aria a sud del Centro olio di Viggiano dove si produce H2S come risultato della desolforizzazione del petrolio, abbastanza lontano in linea d’aria dal COV, eppure l’inquinamento non risparmia nessuno e non ha confini territoriali; colpisce anche i paesi il cui territorio è privo di pozzi di estrazione.
Per dare un’idea dell’entità del fenomeno il valore di 4.5 microgrammi su metro cubo di idrogeno solforato sono compresi nei valori della soglia olfattiva che va da 0.7 a 14 microgrammi/mc; esso corrisponde all’incirca a 4,5 p.p.m.(parti per milione). Nei valori della tossicità umana le scale di pericolo son queste :
-superiori a 20 ppm: insoddisfazione;
-superiori a 50 ppm: sintomi di malessere;
-superiori a 200ppm: effetti tossici severi.
Per essere letali le ppm devono essere 600 in 30 minuti e 800 immediatamente letali.
Lo sconcerto delle Amministrazioni comunali interessate è grande. Questi eventi devono far riflettere non solo chi è a capo delle amministrazioni pubbliche , ma tutte le persone di buon senso che non hanno pregiudizi e soverchie illusioni di uno sviluppo non sostenibile. Per il WWF , che in questa occasione parla da Moliterno, è tutta la Val d’Agri a subire gli effetti collaterali dell’estrazione del petrolio. La battaglia della nostra associazione dura ormai da venti anni ed anche da questi episodi siamo sempre più convinti che l’industria del petrolio non risolve i problemi economici e sociali della valle e nel contempo produce problemi di inquinamento anche laddove non dovrebbero essercene. Moliterno non è un paese interessato dall’estrazione dell’olio nero,non percepisce un centesimo di royaltes , subisce però gli eventuali effetti dell’inquinamento dell’aria. Non si sfugge alle conseguenze che si potrebbero riversare sulla salute dei cittadini e sulla salvaguardia dell’ambiente. E’ ora che si attui concretamente la moratoria da ogni attività petrolifera, che l’unanime deliberazione del Consiglio Regionale di non concedere nuovi permessi di ricerca, estrazione e coltivazione del petrolio sul suolo della Basilicata diventi realtà operante e non sia un diversivo per distrarre l’opinione pubblica lucana. L’occupazione dei giovani della valle dell’Agri va oltre il petrolio, è nel turismo, nell’agricoltura ed in tutte le attività ad essa connesse, è nel suo territorio protetto e nella capacità umana di renderlo organizzato, accogliente, attraente, produttivo.
Vito Mazzilli
Il presidente del WWF Basilicata
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