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venerdì 17 giugno 2011

GIORDANO (UGL): “Reti d’impresa sì, se strumento per favorire l’aggregazione’






“ Rete d’Impresa che ben venga ma, sia strumento per favorire l’aggregazione

nell’accrescere il livello di competitività delle imprese lucane sia in Italia che all’estero e incentivare la collaborazione nell’ambito del sistema produttivo nazionale attraverso agevolazioni fiscali in favore di programmi di investimento inseriti in un contratto di rete stipulato con altre aziende del settore”.
E’ quanto ha dichiarato il componente dell’UGL Basilicata, all’incontro di oggi sull'iniziativa a Potenza presso la Camera di Commercio su "Il contratto di Rete d'impresa" organizzato dalla LEGACOOP a cui l’UGL ha preso parte. Per il sindacalista “serve uno strumento per favorire l’aggregazione delle aziende, soprattutto di quelle medio - piccole che hanno così modo di accedere a strumenti importanti per quanto riguarda, per esempio, la formazione, ricerca e sviluppo, internazionalizzazione ed una serie di iniziative che altrimenti potrebbero essere ad esse precluse. Bisogna stimolare tutti gli imprenditori a fare Rete d’Impresa offrendo loro strumenti flessibili e dinamici, ripensando eventualmente anche la politica degli incentivi spostandola dai contributi a fondo perduto a forme di fiscalità agevolata. Oggi sembra che stiano prendendo corpo e speriamo che anche qui in Basilicata si possa fare tesoro di questa grande opportunità. È una novità, - continua il segretario Giordano - un percorso che sta partendo e che và seguito con grande attenzione. In Basilicata abbiamo la fortuna di avere giacimenti petroliferi estremamente importanti, che possono assicurare per i prossimi 30-40 anni l’estrazione: circa il 10% del fabbisogno nazionale di petrolio può essere prelevato dalla nostra Regione. Bisogna guardare a questo settore in maniera diversa rispetto al passato, cioè non pensando esclusivamente all’entità delle royalties che pure le Compagnie petrolifere devono lasciare sul territorio, ma abbiamo immaginato un sistema che possa consentire alle nostre imprese di qualificarsi sempre meglio e riuscire, nella filiera dell’estrazione petrolifera, a guadagnare posizioni migliori rispetto a quelle che hanno oggi. Possiamo attingere dal programma del settore automotive lucano ma necessiterebbe che Politica, istituzioni, parti sociali e imprese della Basilicata accompagnassero la realizzazione del progetto fabbrica Italia di Fiat che è determinate per l'economia lucana. Il progetto di rete tra le aziende dell'indotto di Melfi, “Rete autosud Italia”, è certamente un programma ambizioso dove l’UGL Basilicata vuole collaborare attivamente al fine di aiutarlo ad essere il primo nel settore auto a livello meridionale”. L’UGL Basilicata intende rimarcare che in Basilicata il settore automotive e' costituito da 50 imprese di fornitura, in cui lavorano 3.873 persone con un fatturato di 1,15 miliardi di euro nel 2009 (per le sole produzioni effettuate sul territorio). Si tratta per lo più di piccole aziende, a servizio di uno stabilimento che nel 2010 ha assemblato 243 mila automobili. Far nascere un progetto ambizioso per aumentare la produttività dell'indotto (in relazione agli obiettivi di produzione delineati dalla Fiat fino al 2014). Oggi per l’UGL ed i quest’ottica, vanno previsti vantaggi per le aziende piccole, medie e grandi mettendole in rete per condividere forze e prospettive dando la possibilità di accedere ai finanziamenti per investimenti in innovazione a cui attualmente hanno accesso solo le big del comparto. Tale forza contrattuale è possibile attuarla se si è ‘consorziati’ in progetti di rete allargando e cogliendo tutte le opportunità di espansione prospettate dal gruppo torinese, dando un input di anticipo alla Fabbrica Italia e proponendo l'idea anche alle imprese campane e pugliesi. Non abbiamo tempo da perdere - prosegue il sindacalista - , con ‘Rete autosud Italia’, in Basilicata si attuerebbe quel Patto tra tutti i soggetti presenti sul territorio (come amministrazioni, imprese, sindacati, università e centri di ricerca) coinvolgendoli a vario titolo nel progetto di sviluppo che porterebbe inequivocabilmente ad un accordo di programma. La sfida della globalizzazione, che ha profondamente cambiato il mercato del lavoro in tutti i settori, impone la necessità di aprire una fase nuova, dove ciascuna parte in causa e per quanto di sua competenza, deve compiere lo sforzo epocale per ricercare una nuova forma di dialogo, rinunciando a posizioni preconcette o a sterili arroccamenti su posizioni precostituite e ormai obsolete. Per l’UGL, in un quadro che ogni giorno cambia, bisogna immaginare e reinventare basi nuove, più complesse ed articolate, per mettere in atto la tutela dei diritti dei lavoratori. E’ ora che tutti i soggetti coinvolti a vario titolo facciano la propria parte per non rimanere indietro e “aggredire” così la sfida. Il sindacato deve riappropriarsi del proprio ruolo in Basilicata, il lavoratore è al quanto disgustato dal pessimo stato della politica italiana: la politica dovrebbe interloquire con il mondo dell’economia, dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini, dovrebbe impostare le basi (legislative, fiscali, ecc …) per lo sviluppo economico di un Paese ma, si disinteressa totalmente della questione, – conclude il segretario dell’UGL, Giordano –. L’imprenditore fa i propri interessi facendo di tutto per valorizzare al massimo gli interessi dell’azienda, i politici dovrebbero fare di tutto per difendere gli interessi del Paese, noi sindacalisti difendiamo il lavoro e gli interessi dei lavoratori”.

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