Patriciello sulla Banca del Mezzogiorno:
“Occasione unica per ricreare una banca meridionale”
Dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla Banca del Mezzogiorno, l’eurodeputato del PdL, Aldo Patriciello, interviene nel dibattito sul futuro dello sviluppo nel Sud e sul ruolo che avrà il nuovo soggetto finanziario. “Finalmente sono state gettate le basi. Il merito dell’idea, lanciata dal ministro Tremonti e raccolta dal governo Berlusconi, è quella di porre lo sviluppo del Sud come grande questione nazionale. Mi sono già espresso in senso favorevole alla realizzazione di una Banca del Mezzogiorno perché ritenevo che l’assenza di banche meridionali, dopo il ruolo fondamentale giocato da esse nel Dopoguerra, fosse un dato unico e certo non gratificante in Europa. Ora, da quanto emerge dalle prime informazioni disponibili circa l’assetto e l’impostazione, direi che il progetto è assolutamente condivisibile. Ma ritengo sia proprio questo il momento giusto per fare alcune considerazioni. Da sempre, come tutti sanno, vivo e lavoro nel mondo dell’imprenditoria nella mia terra, che è il Sud appunto, e so quanto sia fondamentale valorizzare il tessuto delle piccole e medie imprese. Esse necessitano, in primis, di tassi di interesse alla loro portata che siano accompagnati da una vigile valutazione del livello di rischio e sofferenza dei richiedenti. Farò degli esempi. Se un nuovo soggetto finanziario nascerà dovrà risolvere il problema dell’albergo che ha deciso di ristrutturare o costruire una nuova sala; dovrà aiutare lo stabilimento balneare ad aprire un ristorante. In poche parole: avere un rapporto diretto con gli imprenditori e questo si può fare solo se si conosce il territorio. Ecco, dunque, assolutamente condivisibile l’orientamento di agganciare la Banca del Mezzogiorno alla rete delle Banche di credito cooperativo e agli sportelli postali. E pensare che, solo al Sud, la Banca del Mezzogiorno potrà contare su un totale di 4.500 agenzie, non è cosa da poco”.L’analisi dell’onorevole Patriciello passa, poi, alla questione politica: “Sento nel dibattito aperto sulla Banca del Mezzogiorno delle voci critiche rispetto al nuovo istituto. Sono convinto che siamo all’inizio e che sia giusto arricchire la discussione con tutti i punti di vista ma è necessario che il ruolo della Banca del Mezzogiorno sia preservato come istituzione economica e finanziaria. Intendo dire che il compito della politica non deve essere quello di travalicare le competenze e le prerogative di coloro che comporranno il capitale. E’ chiaro che lo Stato entrerà nel comitato promotore ma è giusto che abbia un ruolo, progressivamente, marginale poiché senza i privati meridionali e senza la loro manifesta volontà di ‘fare banca’ e non di fare altro, si snatura l’idea stessa alla base dell’azione voluta dal governo. Ecco perché, dicevo, che questo, e solo questo, è il momento per la politica di dire la sua. Per le Regioni, ad esempio, il quadro entro il quale far pesare le proprie richieste è il piano di sviluppo del Sud affidato proprio ieri al ministro Scajola. E’ quello, ripeto, il solo ambito. Spero, infine, che tra pochi mesi discuteremo non più del ‘progetto’ di Banca del Mezzogiorno ma leggeremo nelle nostre città le insegne delle agenzie, non solo come facciata o spot mediatico ma, bensì, come sintomo di fiducia. E’ la fiducia e la reale ripresa, in termini di guadagno, che producono più reddito per il lavoro e, quindi, più margine per le imprese”.
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