Donato Salinari: “La maggiore cautela andava tenuta in considerazione del fatto che il clamore derivante dal procedimento contribuisce ad alimentare sconcerto nei credenti”
“Grande stupore ha destato in me la notizia dell’imputazione coatta ordinata dal G.U.P. di Taranto nei confronti di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Benigno Papa e Monsignor Nicola Di Comite sia per la conoscenza personale delle persone di statura ed autorità morale indiscutibili, sia per il percorso tecnico-giuridico attraverso il quale si è pervenuti a tale decisione” . E’ quanto dichiara l’avvocato Donato Salinari Consigliere Regionale dei PDL in un comunicato stampa. L’avvocato Salinari esprime tutta la sua solidarietà all’Arcivescovo Benigno Papa e continua – “Lungi da me voler sindacare sulla stampa, preferisco farlo nelle aule penali, l’operato del giudice nei confronti del quale va la mia stima e fiducia, così come va nei confronti del P.M. che chiese l’archiviazione del caso, ma l’imputazione coatta nei confronti di rappresentanti del mondo cattolico mi è sembrata un po’ troppo sbrigativa a fronte della richiesta di archiviazione.
Se il P.M. ebbe a pervenire a tale decisione avrà avuto i suoi buoni motivi di carattere fattuale e giuridico, ma l’opposizione della presunta parte offesa ha prodotto la decisione del G.U.P. “ .
Ma è proprio questo il punto – continua Salinari - il Giudice non aveva un percorso obbligato ma aveva tre vie previste dall’art. 409 del codice e cioè l’accoglimento della richiesta di archiviazione, la fissazione di un’udienza in Camera di Consiglio e nel contraddittorio tra le parti decidere se archiviare oppure indicare al P.M. ulteriori indagini ed infine l’imputazione coatta senza ulteriori approfondimenti.
“Perché si è scelta quest’ultima più decisa via? Non voglio certo affermare che siccome l’arcivescovo e l’ex vicario della diocesi sono rappresentanti autorevoli della Chiesa debbano essere esenti da eventuali giudizi penali a fronte di circostanziate denunce, ma si sarebbe potuta usare una maggiore cautela in considerazione del fatto che lo strumento processuale c’è ed è costituito proprio dalle eventuali ulteriori indagini da svolgersi. Difatti, la materia dell’oggetto del contendere è talmente delicata che forse un supplemento di indagine avrebbe consentito l’accertamento della verità con meno clamore e più sostanza con un possibile proscioglimento degli indagati”.
Nel concludere Donato Salinari augura a Sua Eccellenza l’Arcivescovo Benigno Papa ed a Monsignor Di Comite una veloce e favorevole conclusione della vicenda, in considerazione del fatto che il clamore derivante dal procedimento contribuisce ad alimentare sconcerto nei credenti.
Francesco Borgia
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