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martedì 15 dicembre 2015

Un Natale poco luccicante, la fotografia preoccupante della Basilicata

Ciò che colpisce guardandosi intorno in questi giorni, più che i preparativi per l'imminente Natale, sono quelli per le prossime Amministrative. Si moltiplicano le iniziative, gli incontri e le assemblee per presentare "nuovi" soggetti politici. Sono ritornate sul banco le solite pillole allucinogene che preparano gli elettori ad affrontare l'attimo in cui dovranno decidere. Malgrado gli ultimi governi cittadini siano stati caratterizzati da litigi interni alle maggioranze, dalla propensione a distruggere più che a costruire, oggi chi ha fallito chiede un nuovo atto di fiducia. Del resto potrebbero ancora una volta avere vita facile avendo costretto l'elettore a dipendere dal clientelismo, vero è che il lavoro, ormai da anni, non è più un diritto ma una concessione in cambio di devozione. Poi ci sono i numeri che hanno la testa dura e che raccontano tutta un'altra realtà, almeno a quelli che, non solo a proclami, volessero davvero un paese fondato sul diritto.
Negli ultimi otto anni la Basilicata ha perso il 16,3% del prodotto interno lordo malgrado l'Istat dica che è la regione più industrializzata del Mezzogiorno con un impercettibile recupero dello 0,3%. Anche quest'ultimo effimero recupero però non rimane sul territorio tanto è vero che siamo la regione più colpita dal calo dei residenti: -2,9 ogni mille abitanti. Il reddito disponibile per abitante è uno dei più bassi insieme a Calabria e Campania: meno di 13.000 € annui.
I consumi sono letteralmente franati, si arriva a risparmiare sulle medicine e sui generi alimentari. Nel campo della sanità, abbiamo letto e sentito tutti, tra scandali e riorganizzazioni, lo spreco aumenta e il servizio diminuisce in termini di qualità e di quantità. Anche il commercio non vive un momento esaltante: 7600 i negozi sfitti nella regione. Un'impresa su quattro ha chiuso negli ultimi tempi. Questo nel campo dell'economia, ma preoccupa ancor più il clima sociale che fa registrare un ulteriore calo di fiducia. Possiamo quindi dire che il popolo lucano è fatto di cittadini poveri, disoccupati e depressi. Poi c'è chi si salva e chi no. Magari i primi a discapito degli altri. Se pensiamo ad esempio al metapontino, non possiamo non capire che è stato eletto a dono sacrificale. Non ci sono dubbi, le inchieste, sia pure a fatica, tentano di arrestare l'idea dilagante di fare di una parte dell'ex granaio d'Italia, la pattumiera d'Italia. Il traffico di rifiuti ormai è il nuovo mercato che vede come crocevia proprio il nostro territorio. All'interno di questo quadro, Pisticci, con l'unica discarica aperta nella Provincia e il trattamento delle acque reflue rivenienti dalle estrazioni petrolifere, si è ritagliato un ruolo strategico grazie alla volontà del Governo, della Regione e grazie alla collusione dei governi cittadini.
Ma non finisce qui, la nuova frontiera di espansione degli interessi del Governo & Co è lo Ionio, dove sono state rilasciate nuove autorizzazioni per eventuali attività estrattive petrolifere. Infine le lobby affaristiche hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, creando un mostro che, o fagocita tutto, o emargina nell'isolamento chi ancora dimostra dignità. C'è qualcuno che ci aiuti a capire cosa c'entra tutto questo con il rilancio dell'agricoltura e la promozione del turismo? Tutti a volere raccontare la propria verità. Ma dispensate pillole di saggezza o le solite polpette avvelenate? Non possiamo pretendere che le cose cambino se poi continuiamo a farle nello stesso modo.
Buon Natale a tutta la comunità e in particolar modo a chi potrebbe ma non fa nulla perché sia davvero un Buon Natale.

Rocco Caramuscio

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