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venerdì 20 febbraio 2015

MOBILITAZIONE “UN GIORNO DA ALLEVATORE”

PRIMI RISULTATI DELLA MOBILITAZIONE, RISPOSTE E CONCRETE ASSUNZIONI DI RESPONSABILITA’ DA PARTE DELLE ISTITUZIONI.

Sono trascorsi solo dieci giorni dalla mobilitazione “Un giorno da allevatore” svoltasi in tutta Italia a cui hanno partecipato allevatori, cittadini-consumatori e tanti rappresentanti istituzionali, e già si cominciano a raccogliere i primi frutti, con concrete assunzioni di responsabilità da parte delle istituzioni. La Basilicata ha partecipato all’evento pugliese, organizzato dalle federazioni Coldiretti Puglia e Basilicata, coadiuvate dalle rispettive Associazioni Allevatori regionali, evento che ha portato più di mille allevatori a Bari, in Piazza del Ferrarese. “È diventato operativo da alcuni giorni il tavolo delle trattative presso il Ministero delle Politiche Agricole, con i primi impegni, il più importante dei quali la collaborazione con l’Autorità garante per il mercato e la concorrenza al fine di evitare il prolungarsi di pratiche commerciali scorrette” ha affermato il Presidente della Coldiretti di Basilicata nonché membro di Giunta Nazionale dell’Organizzazione Piergiorgio Quarto “a riconoscimento del fatto che i nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto ad evidenti anomalie di mercato, ed i dati lo testimoniano. Il lavoro punta a dare impulso al costo di produzione alla stalla, atteso che per gli allevatori i margini sono ormai irrisori. Altro passaggio importante è quello della trasparenza, con la necessità dell’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza per il latte in quanto tale e per il latte usato quale ingrediente di prodotti lattiero caseari, e, come già richiesto dal Ministro Lorenzin, rendere trasparenti i dati sull’importazione di latte. Anche la grande distribuzione mostra oggi più sensibilità alla delicata tematica, per garantire al consumatore una maggiore trasparenza sull’origine del latte attraverso una indicazione chiara ed omogenea che individui la zona di mungitura. “Continueremo a difendere il lavoro dei nostri allevatori, nella consapevolezza che così facendo tuteliamo anche la salute e gli interessi dei consumatori” conclude Quarto. “Il lavoro dell’antitrust e l’indicazione obbligatoria dell’origine sono i due elementi fondamentali per la soluzione del problema. Positiva quindi la proposta del ministro Martina ma auspichiamo accordi con gli altri Ministeri, Sviluppo Economico in primis”. Il prezzo del latte alla stalla è diminuito nell’ultimo semestre del 19%, (si è passati da 44,5 cent /litro a 36,00 cent/litro) mentre il prezzo del latte fresco alta qualità al consumo, è stato per tutto il 2014 sostanzialmente stabile con addirittura un leggero aumento. Il 42% della produzione di latte resta nell’anonimato e non può fregiarsi della indicazione di origine italiana e solo una busta di latte UHT su quattro contiene latte italiano. Le aziende lucane hanno prodotto latte per 1.230.610 quintali nel 2013/2014, con un numero di allevamenti pari a 699 nello stesso periodo, con un decremento del 31% nel periodo 2007/2014. Nel 2007 erano in attività 1.007 aziende.

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