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martedì 4 novembre 2014

SAPORI E COLORI D’AUTUNNO NEL PARCO DELLE DOLOMITI LUCANE

I profumi e sapori d’autunno esaltano la cucina contadina nell’area del Parco delle Dolomiti Lucane che nel recente fine settimana ha registrato significative presenze negli agriturismi di Castelmezzano e di Pietrapertosa. Per l’Osservatorio Turismo Rurale del Centro Studi Thalia è la conferma che l’autunno è il periodo migliore per gustare i limpidi panorami e i sapori autentici di questi luoghi, dove raccogliere funghi, castagne, frutti autunnali, dove è una tradizione ancora vivissima la cucina semplice, contadina ma ricca di fantasia che fa riscoprire gusti antichi e che, purtroppo, rischiano di scomparire. E tra chi oltre a puntare sui piatti della stagione autunnale, a base di funghi, castagne, ortaggi, sta sperimentando una nuova offerta di ospitalità rurale a 360 gradi, il C.S. Thalia segnala gli operatori – Rosanna e Michele – dell’azienda Il Molino della Contessa, già insigniti del “Thalia” nel 2012 . 

Nel territorio di uno dei borghi più belli d'Italia, l’azienda - nata nel 2004 da un antico mulino Baronale del XII restaurato da pochi anni, alle falde della foresta naturalistica del Parco - punta su nuovi servizi che si saldano alla tradizionale ospitalità contadina e alla buona tavola dei piatti con prodotti rigorosamente aziendali. Per gli amanti delle escursioni ci sono i percorsi delle Dolomiti Lucane, mentre per i curiosi la fattoria didattica propone percorsi sulla pasta fatta in casa e sulla scelta delle verdure dall'orto. Nobili o popolari, i nostri piatti – spiega Rosanna, una delle ultime custodi dei sapori contadini - sono comunque autentici perché seguono le stagioni e i frutti che la terra ci dona. Saporite erbe di campo sapranno regalare insospettate sensazioni al vostro palato e vi faranno provare cosa significa gustare un piatto preparato al momento con ingredienti freschi proprio come i ravioli di ricotta fresca ed asparagi che sono da noi i più richiesti. Rosanna si è formata nei laboratori del gusto lungo la via Herculia, per la preparazione di piatti dei “Menù della via Herculia” che hanno riscosso grande successo al campionato della cucina contadina che si è svolto ad Arezzo nell’ambito di Agri@tour (il Salone nazionale dedicato alla vacanza in campagna): “strascinati di mischiglio mantecati con soffritto, peperoni cruschi di Senise e cacio” (che ha vinto il campionato); 

“I sette muzzichi del mietitore”; , “la zuppa del viandante”, “fericcelli della battaglia”, la crostata di marmellata di mele e calzoncelli di ceci. E proprio gli strascinati e peperoni cruschi sono diventati il piatto più “celebre” grazie alla trasmissione televisiva La prova del cuoco condotto dalla Clerici. Di qui la nuova programmazione degli itinerari autunnali del gusto. I ritmi della natura e del silenzio tra campagne e bosco accanto ai sapori antichi della genuina cucina contadina lucana: questi gli ingredienti di 'Sapori e colori d'autunno" con cui per tutti i week end di novembre, in attesa del periodo pre-natalizio, saranno accolti gli appassionati del gusto e i curiosi dei segreti della cucina tipica locale. L’iniziativa ha anche lo scopo di sensibilizzare all’utilizzo di prodotti a marchio per ampliare l’offerta eno-gastronomica e di rafforzare il legame con il mondo produttivo agricolo locale incentivando l’acquisto di prodotti del territorio. Un’occasione per valorizzare capacità e manualità delle cuoche contadine e di favorirne l’accostamento con piatti più elaborati ma sempre con i prodotti locali. Tipico vuol dire sano e di qualità: questo vale soprattutto per la Basilicata che custodisce tra le pieghe del paesaggio rurale un patrimonio di sapori e tradizioni unici e inimitabili, ma soprattutto inscindibili dal territorio. Si tratta di alcune decine di prodotti agroalimentari tradizionali, che per volumi ed estensione territoriale non rientrano nei parametri delle Dop e delle Igp, ma che sono autentiche “calamite” per il turismo enogastronomico, un comparto che vale 5 miliardi l’anno. Eppure, di queste specialità della terra una su quattro è in via di estinzione, visto che attualmente è coltivata da non più di 10 aziende agricole che ne custodiscono la memoria. “A “nobilitare” la cucina contadina lucana secondo le specifiche tipicità di menù locali delle diverse aziende agrituristiche della regione – sottolinea il C.S. Thalia – ci sono la tradizione e la manualità di tante titolari di aziende agrituristiche dove si mangia “sano” e “bene” pur in assenza di stelle o cappelli di cuochi delle più prestigiose guide. Sono piatti che qualsiasi donna può imparare direttamente in agriturismo dove troverà le titolari fortemente motivate dalla passione e disponibili a dare lezioni”.

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