Non possiamo sottovalutare l’allarme lanciato qualche giorno fa dall’Osservatorio nazionale del credito di Confcommercio sull’accesso al credito delle imprese del Mezzogiorno che risulta molto più amplificato rispetto al centro e al nord, se si considera che più dell’86% del credito erogato dalle Banche per la nascita o la ristrutturazione di imprese è destinato alle imprese artigiane del centro nord e solo il 14% a quelle del Sud. E questo è uno dei tanti motivi che mi trova d’accordo con la proposta presentata dalla UIL , da inserire nella manovra finanziaria regionale, per la costituzione di una Banca Regionale di garanzia, purchè promuova i finanziamenti, le attività delle imprese rivolte ai settori produttivi , un forte intervento pubblico per ridare slancio all’economia, perché il vero problema, per i piccoli imprenditori locali, è rappresentato dalle difficoltà di ottenimento del denaro a causa delle eccessive garanzie che vengono loro richieste dagli istituti di credito, nonostante la pratica sia assistita dalla garanzia dei Confidi, senza riservare la necessaria importanza ai progetti d’investimento.
Così come non possiamo sottovalutare il grido di allarme lanciato dal presidente dei commercianti ambulanti , che essendo il comune in dissesto si vedono costretti a pagare tasse che raggiungono addirittura il 400 per cento in più, costretti ogni giorno a convivere con l’abusivismo commerciale che continua a dilagare sempre più e che pertanto andrebbe represso con ogni provvedimento necessario e senza ulteriori indugi, con una nuova revisione della legge regionale sul Commercio e l’approvazione del nuovo Piano Commerciale per meglio rispondere alle esigenze sia degli operatori del settore che dei cittadini. Dicasi lo stesso per le 1157 imprese artigiane che operano nella Città di Potenza gli artigiani della Città di Potenza e che rimangono sempre uno dei settori trainanti della nostra economia. Va, riqualificata l’area industriale ( ex Cip Zoo ), il Comune se ne deve riappropriare e riconsiderarla come area urbana, perché quell’area non ha più la vocazione di area industriale e di insediamenti industriali veri e propri ce ne sono ben pochi, insistono negozi, uffici pubblici scuole, società di servizi enti di formazione, centri direzionali , uffici privati del terziario, diminuendo sempre di più le attività artigianali, ed i costi di gestione sono molto elevati , l’energia viene a costare alle imprese artigiane il 30% in più rispetto alle grandi imprese si vedono costrette a pagare canoni a tariffe maggiorate per strade, illuminazione, rete idrica e fognante, anche se sono diventate pubbliche in quanto asservono a tutta una zona popolata. Si ravvisa la necessità di dotare la nostra città di un’area attrezzata per l’artigianato, Potenza è l’unica città capoluogo che non ha un’area artigianale. La mancanza di un’area artigianale ha creato e continua a creare una serie di problemi agli artigiani di Potenza, spesso costretti a lavorare in locali angusti nei condomini in convivenza con famiglie che spesso e volentieri hanno richiesto interventi sul piano della sicurezza, il che crea problemi sui bilanci aziendali, blocca le assunzioni e la possibilità di fruire di fondi pubblici per ampliamento, ammodernamento, trasferimento e innovazione Ecco perché bisogna accelerare l’iter per l’approvazione della nuova Legge Quadro in materia di artigianato, che oltre ad adeguare la normativa, migliorare l’erogazione del credito, rafforzare la formazione e l’apprendistato , attraverso le botteghe scuola prevede anche l’erogazione di contributi ai Comuni, tra i quali Potenza, per la realizzazione di aree artigianali.
Nessun commento:
Posta un commento