Con la Carta di Matera "si tratta di dare attuazione ad un vero e proprio "patto con la società" dell'agricoltura italiana, che abbia a riferimento le funzioni produttive, di tutela ambientale e salutistica che il settore agricolo svolge, e che trovi adeguata declinazione nelle sensibilità, nei poteri e nella operatività delle Amministrazioni locali, a partire dalla convinzione di una comune azione di contrasto alla criminalità organizzata e a favore della legalità". Al secondo punto della carta gli impegni delle amministrazioni locali. "Le amministrazioni locali si impegnano a sostenere e diffondere in tutte le sedi i benefici economici, sociali e territoriali che l'agricoltura porta con sè. Riconoscendo questo ruolo, si impegnano a valorizzarlo e a raggiungere precisi obiettivi programmatici di relazione e di servizio: il censimento nazionale dell'agricoltura è la prima occasione per verificare tali impegni". Un altro importante punto della Carta di Matera riguarda la salvaguardia del terreno agricolo: "L'erosione della superficie agricola utilizzata è costante ed irreversibile e non può suscitare allarme e preoccupazione. Occorre porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario soprattutto determinato dalle azioni non programmate delle opere di urbanizzazione, in particolare per centri commerciali e capannoni industriali. Occorre preservare l'agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai identificato con il bene ambientale di tutto il Paese". Al terzo punto della Carta di Matera "la diffusione dei servizi per le aziende ed i territori rurali: semplificazione dei rapporti con le amministrazioni locali". In particolare "è indispensabile favorire un equilibrato sviluppo delle aree rurali: welfare locale, servizi civili e sanitari, infrastrutture di comunicazione informatica e per la mobilità delle merci e delle persone. Necessario, inoltre, il rafforzamento della macchina amministrativa per migliorare i servizi a fronte di una più equa e sostenibile gestione dei tributi. Le imprese agricole richiedono alla Pubblica amministrazione efficienza di funzionamento e speditezza di relazione a tutti i livelli". Infine, "La valorizzazione del rapporto cibo e territorio" tema centrale di Expo 2015.
Il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, rimarca il processo di sviluppo e di miglioramento tecnologico di quella che rappresenta la prima voce dell'economia italiana con un giro d'affari di 260 miliardi, purche' "le istituzioni creino le condizioni infrastrutturali perche' questo accada e si lavori per semplificare controlli e burocrazia". Affinche' l'agricoltura torni a essere centrale per lo sviluppo del Paese occorre poi per Scanavino "ripartire dalla valorizzazione delle aree interne e dall'ottimizzazione delle produzioni tipiche". Il settore e' in espansione, assicura la Cia, con in testa le filiere dell'ortofrutta e del pomodoro, e per il 2015 ci sono prospettive di crescita del 3,2% nell'export. Ma restano le criticita': nel 2014 il reddito degli agricoltori e' crollato dell'11% e' la produzione e' scesa dell'8,5% a causa dell'embargo russo, del maltempo e del calo dei consumi.
Tuttavia l'agricoltura si prepara alle nuove sfide del futuro prossimo, a cominciare dall'Expo, puntando sulla qualita' e sulla sicurezza del prodotto.
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