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martedì 26 novembre 2013

LA FAVOLA DEL FUTURO

C’era una volta, nel lontano 2003, un bellissimo paesino sulla costa jonica. Gli abitanti vivevano felici e contenti nelle loro casette immerse nel verde. A quell’epoca regnava a capo del governo un uomo cattivo, il suo regno era immenso, aveva servi sparsi in tutto il territorio.
Un giorno l’uomo cattivo chiamò alcuni di loro e disse: Miei rispettosi servi, dobbiamo risolvere il problema delle scorie, dove le mettiamo?
Allora uno di loro disse: Ce l’ho io un posto, mio signore. Conosco un piccolo paesino sulla costa jonica che è ideale, perché gli abitanti sono povera gente, poco intelligente e quindi non si accorgeranno di nulla.
E così tutto ad un tratto scese il buio su quel paesino. Ma la gente cominciò a ribellarsi, scese nelle strade a combattere con grinta contro quella decisione. Allora l’uomo cattivo chiamò il suo uomo e disse: Mi avevi detto che era gente stupida! Vedi cosa stanno facendo! Allora il servo gli rispose: Non preoccuparti mio signore, ti garantisco che non resisteranno perché fra di loro regna l’invidia, la gelosia, la cattiveria che li porterà a litigare ed ammazzarsi. E così fu, dopo giorni e giorni di assedio la gente cominciò a litigare e ci furono conseguenze catastrofiche, pian piano i presidi sparirono, tutti si ritirarono nelle proprie case ormai diventate buie e spente. L’uomo cattivo aveva vinto, arrivarono le scorie nucleari e tutta la popolazione del sud cadde in miseria.
APPELLO E RIFLESSIONE
POPOLO DEL SUD RESTIAMO UNITI, LASCIAMO DA PARTE L’INVIDIA, LA GELOSIA, LA VENDETTA. E CON L’UNIONE, LA TENACIA E L’AMORE PER LA NOSTRA TERRA, FACCIAMO SI’ CHE QUESTA TRISTE FAVOLA NON VENGA MAI RACCONTATA.
Nella ricorrenza dei 10 anni della lotta contro il progetto di fare di Scanzano Jonico il deposito unico di scorie radioattive è utile leggere quanto scritto su un foglio lasciato da un/a anonimo/a durante l’occupazione della stazione ferroviaria di Metaponto. Alle luce di quanto successo in questi anni, delle azioni realizzate e di quelle non realizzate, nonché delle notizie apprese si può dire che il risultato ottenuto allora rischia di essere paragonabile a una vittoria di Pirro.
Infatti, già dopo pochi anni, man mano che uscivano le notizie su interramento di rifiuti tossici, nocivi e radioattivi in varie zone e discariche della Basilicata, più di qualcuno diceva che forse era stata persa una occasione di lavoro e di sviluppo e che almeno in quel modo c’era maggior controllo e minor danno per l’ambiente e la salute. Come se le compagnie petrolifere, regolarmente autorizzate, rispettassero l’ambiente e l’uomo. Ma quando mai! L’unica cosa che interessa alle sorelle del petrolio è il profitto; lo stesso accadrebbe con le scorie nucleari.
Più che delle cose fatte possiamo parlare delle cose non fatte. Dopo l’accordo con la Francia (secondo governo Prodi) per il riprocessamento delle scorie italiane, che non includeva quelle presenti alla Trisaia di Rotondella, era stata avanzata ai Comuni del Metapontino, alla Provincia di Matera e alla Regione Basilicata la proposta di approvare un ordine del giorno a favore del rientro negli USA delle 64 barre del reattore Elk River. L’ex presidente della Regione Basilicata, De Filippo, durante un “Tavolo della Trasparenza” disse tranquillamente che non l’avrebbero mai approvato perché non sarebbe servito a niente (in quei giorni avevano approvato un ordine del giorno a favore dei monaci tibetani …). Ora, è da diversi anni non si riunisce più il “Tavolo della trasparenza” e a Rotondella si sta costruendo un deposito sovradimensionato per mettere in sicurezza le 64 barre e gli altri rifiuti presenti. Perché costruire un deposito sovradimensionato? Forse perché, con la scusa di mettere in sicurezza le barre americane a Rotondella si sta costruendo il Deposito Unico Nazionale di scorie radioattive?

Pino Passarelli
Franco De Vincenzis
dalla stazione di Metaponto 10 anni dopo.

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