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venerdì 25 ottobre 2013

L’approssimarsi del voto regionale in Basilicata potrebbe indurre a pensare che ogni agricoltore nel momento elettorale torni al proprio ovile.

- AL DR MARCELLO PITTELLA- AL DR TITO DI MAGGIO
- AL DR PIERNICOLA PEDICINI
- ALLA DR.SSA MARIA MURANTE
- ALLA DR.SSA ELISABETTA ZAMPARUTTI
epc agli organi di stampa
Egregi presidenti, l’ approssimarsi del voto regionale in Basilicata potrebbe indurre a pensare che ogni agricoltore nel momento elettorale torni al proprio ovile. Ma in questa tornata elettorale non sarà così. Il mondo agricolo regionale più di altri settori ha subìto la crisi e in dieci anni sono state dimezzate le aziende agricole lucane! Le ragioni della crisi derivano da un incontrollabile inflazione da costi, dall’ assenza di tutela sui prezzi all’ origine e verso il made in Italy, dalla difficoltà di accesso al credito e dalle conseguenti vendite all’ asta, dall’ inefficacia della PAC, da un fisco iniquo, da risoluzioni parlamentari e piani di settore fasulli e, in ultima analisi, da una miopia strategica delle forze politiche che ha impedito, più in generale, una globalizzazione delle regole del gioco a fronte di una globalizzazione dell’ economia. Sul piano regionale attendono ancora di essere risolti i dossier degli enti strumentali, dell’ Alsia, dei Consorzi di Bonifica, dei servizi Apa sempre più onerosi per gli allevatori, del dissesto idrogeologico che continua a provocare danni, di una ricerca scollegata con il mondo agricolo e di un Agrobios tristemente liquidata a causa di cattiva gestione, di una piattaforma commerciale assente per i piccoli produttori, dell’ assenza di valorizzazione dei veri giacimenti d’ oro che non sono quelli fossili e inquinanti. L’ impatto che le nuove estrazioni petrolifere stanno causando al territorio agricolo e agli invasi idrici della Basilicata, dunque, alla salute di tutti, sono stati sottovalutati dalla classe dirigente. Al posto di una sovranità energetica diffusa in tutte le aziende agricole si è preferito finanziare mega impianti eolici o fotovoltaici che stanno deturpando il paesaggio. Le prossime scadenze elettorali, pertanto, esigono un confronto verso il ruolo e la funzione dell’agricoltura in una regione, piccola ma di grande tradizione agricola, cui la nostra base non intende sottrarsi prima di esprimere un voto utile e consapevole per gli agricoltori ed i consumatori. Noi, che conosciamo l’agricoltura dal di dentro, riteniamo che una nuova politica agricola regionale sia quanto mai urgente e diciamo che questo obiettivo si potrà raggiungere solo difendendo i produttori che con tenacia continuano a coltivare la terra, pur indebitandosi, per i legami che hanno con essa. Un legame che viene da lontano ed é economico, culturale e affettivo, frutto della consapevolezza della propria insostituibile e inestimabile funzione sociale: alimentare l’umanità e contribuire alla sicurezza alimentare del nostro Paese, alla tutela della salute, dell’ ambiente e del territorio.Vi invitiamo, pertanto, ad un pubblico confronto sulla priorità dell’ agenda agricola nella nostra regione. Restiamo in attesa di un vostro cenno di riscontro.

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