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mercoledì 30 ottobre 2013

Domani sciopero dei lavoratori del settore bancario.

Sindacati contro la disdetta anticipata del contratto nazionale e contro i tagli all'occupazione. A Potenza sit-in davanti alla Banca d'Italia per raccogliere le firme sulla proposta di legge che taglia i super stipendi dei manager Domani, 31 ottobre, i lavoratori bancari incroceranno le braccia per tutta la giornata contro la disdetta unilaterale e anticipata dei contratti nazionali da parte dell'Abi e contro i tagli all'occupazione annunciati da diversi istituti bancari. Lo sciopero unitario è stato proclamato dalle sette sigle di categoria del settore Fiba Cisl, Dircredito, Fabi, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl Credito e Uilca Uil. A Potenza, dalle 10 alle 13, si terrà un presidio davanti alla sede regionale della Banca d'Italia, in Via Pretoria, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle ragioni dello sciopero e per procedere, in occasione della 89a giornata mondiale del risparmio, alla raccolta di firme per la presentazione della proposta di legge popolare che intende porre un freno alle retribuzioni faraoniche dei top manager nel settore bancario. I sindacati bancari contestano “l'atteggiamento irresponsabile dell'Abi che vuole demolire un sistema di regole per ricostruirlo su diverse basi di forza, scaricando sui lavoratori i guasti causati in massima parte dai banchieri. Noi ribadiamo che occorre un sistema bancario per il Paese e non complice o succube della finanza predatoria. Le lavoratrici e i lavoratori del credito non temono il confronto, pretendono il rispetto degli accordi sottoscritti e contrastano chi pensa di rinnovare i contratti di lavoro attraverso lo smantellamento di quanto esistente, nel tentativo di mantenere i propri privilegi e le proprie faraoniche retribuzioni”.  Per i sindacati “con la disdetta l'Abi distrugge un patrimonio consolidato di positive relazioni sindacali e rompe una tradizione che trova nel dialogo la soluzione dei problemi. Oggi invece l'Abi vuole un contratto nazionale ridotto all'osso e una contrattazione aziendale declassata e sostituiva di quella nazionale. Noi rivendichiamo invece il mantenimento del ruolo del contratto nazionale, una contrattazione aziendale importante, la salvaguardia del potere d’acquisto delle retribuzioni e la tutela dell'occupazione”.

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