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martedì 1 ottobre 2013

Il Memorandum sul petrolio in Basilicata: la montagna ha partorito un topolino

Le forze produttive, sindacali e politiche della Basilicata si sono illuse che l’approvazione del Memorandum 2011 sul petrolio (Decreto attuativo dell’art. 16 delle liberalizzazioni) assicurasse ricchezza ed occupazione alla Regione in cambio del raddoppio delle estrazioni in Val d’Agri e a Tempa rossa in Val Camastra. Invece è arrivato il topolino di soli 50 milioni da distribuire alle nuove imprese residenti in Basilicata che operino nella ricerca ed estrazione di idrocarburi su tutto il territorio regionale. E’ certamente una beffa per chi crede che mettendo a disposizione delle compagnie petrolifere la parte più bella della Regione, si possano ricevere in cambio finanziamenti da investire in infrastrutture e lavoro. La firma dei Ministri dell’Industria Zanonato e dell’Economia Saccomanni al Memorandum sul petrolio, non assicura né miliardi né occupazione ai tanti giovani attualmente disoccupati. Il fatto è che il petrolio si estrae in Val d’Agri già da circa quindici anni, che la quantità dell’estrazione costituisce il 5-6 % del fabbisogno nazionale, che noi lucani diamo già molto alla Nazione e che tutto questo non ha spostato il problema di un millimetro in avanti per quanto concerne la realtà economica ed il benessere in Basilicata. La disoccupazione giovanile rimane ancora molto alta e molti paesi continuano a spopolarsi come se nulla fosse successo. Inoltre vi è da considerare gli effetti collaterali dell’industria petrolifera che sono l’inquinamento delle matrici ambientali e la possibile ricaduta sulla salute dei cittadini. Né valgono le enunciazioni verbali di tanti politici ed aspiranti tali della Regione che dicono che tutto questo deve avvenire nel “più rigoroso rispetto dell’ambiente”. Sappiamo, dall’esperienza vissuta sul campo in tanti anni, che si tratta solo di enunciati verbali che non hanno nessuna ricaduta nella realtà e nella vita quotidiana dei cittadini. Non vogliamo che la nostra Regione diventi un immenso campo petrolifero e che il suo territorio sia occupato e sfruttato per la coltivazione degli idrocarburi. Ci deve essere un rinnovamento della politica nella direzione dello sviluppo sostenibile; l’ambiente e la salute devono essere considerati fattori prioritari del vivere civile e dello sviluppo di una comunità.

Vito Mazzilli
Presidente WWF Basilicata.

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