Dopo una estenuante trattativa di ben 14 ore tra documenti controlli e visti autorizzativi alla dogana conclusasi per un pugno di dollari...siamo finalmente in Mongolia. Per molti sembrava un traguardo, per noi invece solo l'inizio dell'ultima sfida...sicuramente la più difficile. Attraversare da ovest ad est fino ad Ulan Bator, la capitale, l'intero territorio mongolo non è cosa da poco: un territorio privo di strade ma ricco di impervie!!!
Il primo giorno giorno dormiamo a pochi chilometri dalla frontiera in una tipica capanna mongola in compagnia di altri team.
Il terzo giorno grazie al meccanico ufficiale dell'organizzazione la pandarella riprende a ruggire e ripartiamo sempre in compagnia. Un errore di 100 km (in Mongolia non ci sono strade ma solo direzioni) ci comporta un ritardo enorme che si ripercuote su tutto il percorso di viaggio. La notte si campeggia nel deserto in uno scenario da cartolina: cenare alla luce della via lattea è uno spettacolo che lascia senza fiato.
Il quinto giorno riprendiamo il percorso originario e arriviamo finalmente ad Almaly. Nel frattempo altri team si unisco a noi e sembra quasi un arrivo in parata. Dopo una breve sosta rifornimento e viveri guidiamo per altri 200 km per poi campeggiare sulle colline della regione del Govi. La serata passa piacevolmente in compagnia gustando una cena dove facciamo scoprire i sapori della nostra terra.
Il sesto giorno si riparte con la volontà di arrivare in una città dove riposare dopo tanti giorni di campeggio. La distanza non è molta, scarsi 300 km, ma nulla è così semplice come sembra qui in Mongolia. Per percorrerli tutti ed arrivare alla tanto agognata città di Bayanghor ci mettiamo più di 10 h. Un tempo lungo il quale incontriamo di tutto e ci succede di tutto: i bulloni oramai non reggono più le continue sollecitazioni ed il semiasse dal telaio si sgancia. Sembra la fine del nostro viaggio ma quando meno te lo aspetti capita l'imprevedibile. Due persone del posto si fermano al nostro cenno di aiuto e senza che diciamo nulla sono già sotto la pandarella per trovare una soluzione. Dopo solo 30 minuti dove si utilizzano due crick, svariati bulloni per trovare quelli giusti, chiavi di tutte le dimensioni e nazioni, la nostra pandarella è di nuovo pronta per affrontare il viaggio. Omaggiamo i nostri salvatori con una tanica di benzina, svariate foto, ringraziamenti e via fino alla città senza più fermate.
Il settimo giorno è il giorno più lungo del nostro viaggio, l'arrivo a Ulan Bator! Non per lunghezza né tantomeno per la difficoltà del percorso (per la prima volta è tutto asfalto), ma perché ogni chilometro che percorriamo porta con se la fatica di tutti i chilometri percorsi per essere qui dove siamo in questo preciso instante. Il Mongol Rally è una grande avventura, che ti cambia giorno per giorno senza che te ne accorga, che ti fa vivere situazione e sensazioni al limite del possibile, che ti apre i confini rendendoti cittadino del mondo. E, ora che siamo finalmente nella piazza principale di Ulan Bator, la mente torna a tutte le persone che hanno creduto nell'impresa. I ringraziamenti sono doverosi!
Domani si riparte alla volta di Ulan Ude (Russia) altra strada da fare, altri chilometri da percorrere per donare quella è stata la nostra casa per quasi un mese, la mitica pandarella che ha dimostrato che la generosità deve essere il motore delle nostre azioni!
https://www.facebook.com/basilicatamongolrally2016/
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