Oggetto: deliberazione di Consiglio Comunale n. 29 del 29 novembre 2014.
Mi rivolgo alle istanze in indirizzo per un necessario chiarimento anche alla luce delle recenti notizie di stampa che potrebbero apparire fuorvianti senza le dovute precisazioni rispetto al deliberato del Consiglio Comunale di Pisticci in materia di inquinamento. L’Amministrazione Comunale di Pisticci fin dal suo insediamento, come dimostrano le linee programmatiche di mandato, ha fatto della tutela della salute, della salvaguardia dell’ambiente e della ricerca delle occasioni occupazionali, i capisaldi della sua azione politica come dimostrano atti e deliberati. La vicenda dell’inquinamento dell’area industriale della val Basento è nota tanto che la zona è stata dichiarata sito SIN (Sito di Interesse Nazionale) ed il CIPE stanzia 42 milioni di euro per la bonifica della Val Basento, appunto, e dell’altro sito SIN lucano che insiste sul territorio del comune di Tito.
Diversi segnali di allarme sono stati lanciati dagli operatori agricoli della zona e molte aziende, anche di conclamata eccellenza, sono state costrette a chiudere per incompatibilità ambientale. È problematico, infatti, produrre e garantire sul piano qualitativo e commerciale il pecorino canestrato in un’area altamente inquinata; è improbabile far passare per genuini i prodotti dell’agricoltura della val Basento; era impossibile pretendere che gli animali che si allevavano in quell’area potessero reggere il confronto con quelli di altre zone non rinomate per matrici inquinanti come dimostrano certificazioni di ARPAB e dell’ASM con relative richieste ai comuni di Pisticci e Ferrandina di emissione di Ordinanza di divieto di attingimento delle acque per uso umano e zootecnico a causa dell’inquinamento delle falde acquifere; è arduo in uno scenario di questo tipo immaginare la difesa dei livelli occupazionali senza la programmazione di interventi mirati che tengano conto di tutti i comparti della produzione. Tutte le misure adottate negli anni non hanno impedito un processo di desertificazione delle attività agricole e, insieme, lo svuotamento delle strutture industriali della valle: nell’area vi sono circa 70.000 metri quadri di capannoni inutilizzati. A tale proposito sarebbe interessante analizzare i dati occupazionali di tutti i comparti della zona e la loro evoluzione (meglio dire involuzione) negli ultimi anni: certamente dovremmo contare a decine e centinaia i posti di lavoro persi. Se la zona industriale è poco appetibile agli investitori e se chi, come Montorsi, rinuncia ad investire a causa dell’inquinamento la responsabilità non è da attribuire a chi chiede una maggiore tutela dell’ambiente. Se questo è, un motivo ci dovrà pure essere e non certo perché il Consiglio Comunale di Pisticci delibera un atto con il quale chiede alla Regione Basilicata la massima trasparenza in materia di smaltimento di sostanze inquinanti contenenti idrocarburi e, come certifica l’ARPA di Basilicata, radionuclidi. Non la chiusura di alcuna attività industriale chiede la delibera consiliare ma l’interdizione dello smaltimento presso lo stabilimento di Tecnoparco, di cui è azionista anche la Regione Basilicata, dei reflui provenienti dall’esterno dell’area in attesa delle azioni di bonifica e di garanzie in materia di impatto ambientale. Si badi che richieste dello stesso tenore vengono da un numero sempre maggiore di cittadini e tra i compiti delle istituzioni, non dimentichiamo, è prioritario quello di raccogliere le istanze della popolazione e dare rappresentanza alle sue legittime aspettative. In caso contrario, presidente Pittella, il numero degli elettori che si recheranno alle urne sarà sempre più esiguo e la colpa certo non è di chi si astiene dal voto ma di chi si astiene dall’ascolto. Alla condizione di carattere generale della Valle del Basento si aggiunga la persistenza di miasmi, segnalato centinaia di volte dai cittadini di Pisticci Scalo, cosa che mina quotidianamente la loro serenità, questo si con grave rischio di “ripercussioni su ordine pubblico e incolumità di lavoratori e popolazioni”. A nulla sono servite le rassicurazioni e gli interventi promessi volta per volta. Si deve registrare, infatti, che i rimedi posti in essere non hanno prodotto gli effetti sperati. Ribadisco quello che da tempo sosteniamo in tutti i tavoli di concertazione e cioè che per la depurazione e lo smaltimento delle acque di lavorazione del petrolio si devono applicare le migliori tecnologie che esistono (BAT o WOW), che sono anche italiane e che sono utilizzate nel mondo, perché non a Pisticci Scalo? Esistono tecnologie di microfiltrazione e osmosi inversa che, tra l’altro, riducono anche l’utilizzo dell’acqua nei processi di depurazione. A tale proposito suggeriamo ad Eni e Tecnoparco Valbasento a sperimentare la tecnologia Wow (Wonderful Water), che riesce a trasformare i liquami, anche radioattivi, in acqua pura, realizzata da un gruppo di ricercatori in collaborazione con l’ARPAV di Padova, il CNR e l’Università di Pavia e utilizzata attualmente in provincia di Vercelli per decontaminare il sito nucleare di Avogadro di Saluggia. È chiedere troppo? Sono farneticazioni le preoccupazioni dei cittadini che leggono in vari studi e ricerche il costante aumento dell’incidenza delle patologie tumorali in Basilicata? Sono fantasie quelle riportare nello studio Sentieri? Sono immaginazioni quelle del “Current cancer profiles of the italian regions”, studio effettuato dall’Istituto Superiore della Sanità in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano, secondo cui dal 1970 i tumori maligni in Basilicata cresce spaventosamente e continuerà a crescere nel futuro, mentre altrove i tumori sono in decremento? È illegittima la preoccupazione di fronte all’ipotesi (dell’antimafia, non nostra) di falsificazione dei codici CER e smaltimento illegale dei reflui presso Tecnoparco? Questo è quello che sappiamo noi e che sanno i cittadini, se altri hanno dati diversi e meno dolorosi, se hanno altri dati rispetto alla qualità dell’aria, tali da garantire il benessere futuro dei lucani, lo dimostrassero anche al di fuori della riservatezza che si preferisce con alcuni interlocutori ma sappiano che di fronte avranno persone con la schiena dritta che non si lasciano condizionare da nessun potere e che ragionano e studiano per non essere succubi degli stati umorali dei potenti presso i quali sarebbe stato troppo facile mandare tutti coloro che si sono ammalati negli ultimi anni o che hanno dovuto chiudere la loro azienda o che convivono quotidianamente con i miasmi. Sono convinto che gli strumenti per combattere la crisi economica ed occupazionale risiedano in un ripensamento complessivo della val Basento e delle politiche per il turismo, che è il comparto in forte espansione nel mondo, e la Basilicata avrebbe tutti i requisiti per intercettare la ripresa se solo riuscisse a guardare oltre la coltre di petrolio che l’avvolge; se il petrolio fosse concepito come una necessità e come risorsa necessaria per programmare il futuro, se solo riuscissimo a capire, tutti, che il vero petrolio sono le nostre bellezze storiche, naturalistiche e culturali che tanto più possono essere utilizzate quanto più l’aria, la terra e l’acqua sono pulite. Occorrerebbe una concertazione tra le istituzioni, i sindacati e le imprese per individuare e sfruttare quelle ricchezze che continueranno ad esistere, se tutelate, anche dopo l’esaurimento dei giacimenti dei combustibili fossili. Noi ci siamo e ci saremo sempre per dare il nostro contributo e la nostra caparbietà nel ricercare le soluzioni nell’interesse della collettività, saremo sempre al fianco dei lavoratori per le loro rivendicazioni per difendere e aumentare i livelli occupazionali; respingiamo in modo risoluto le accuse che qualcuno indirizza all’Amministrazione Comunale di voler togliere lavoro, ma nessuno ci convincerà mai che l’inquinamento possa essere barattato con beceri ricatti.
Pisticci 12 dicembre 2014
Il Sindaco
Dr. Vito di Trani
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