La Confagricoltura, condivide pienamente quanto manifestato dal consigliere Bronzino là dove ha condizionato il suo voto all’accoglimento di proposte che riteniamo avrebbero dato un segnale chiaro e inequivocabile d’inversione della tendenza, iniziando un percorso virtuoso e evitando il continuare ad impiegare le poche risorse disponibili per costose e non indispensabili o prioritarie missioni e rappresentanze o impieghi non sempre riferibili alle finalità dell’ente camerale. Riteniamo indispensabile invitare gli amministratori a dare un segnale chiaro e veritiero di attenzione a tutto il personale, oggi maltrattato anche attraverso contratti che ne immiseriscono il reddito e non riconoscono il grande merito e la grande professionalità che caratterizza lo stesso personale attraverso un lavoro quotidiano di prezioso supporto alle aziende; segnale che si esprime anche attraverso la rinuncia alle indennità di carica e di seduta degli amministratori, magari in via temporanea; rinuncia espressa da due soli consiglieri ( Bronzino di Confagricoltura e Santantonio API), rinuncia già attuata in molte altre camere di commercio sia da presidenti che dagli amministratori. La solidarietà, ad oggi solo verbalmente espressa, si esprime anche con atti chiari ed inequivocabili, ci piacerebbe constatare che anche il nostro presidente e i nostri amministratori della camera di commercio dessero la cifra della loro attenzione alla crescente emergenza anche attraverso un piccolo contributo, con la rinuncia delle indennità e riservare qualche decina di migliaia di euro vuoi al mantenimento di livelli occupazionali e di reddito del personale, vuoi per risorse più adeguate a i programmi di promozione e di sostegno alle imprese. Le affermazioni verbali di vicinanza e preoccupazione per il personale, così come quelle sulla “spending review” non possono e non devono rimanere mere o peggio opportunistiche enunciazioni, ma devono trovare corpo e sostanza con atti concreti, così come ha fatto il nostro consigliere Bronzino, rinunciando pubblicamente ad ogni sorta di indennità legata alla carica o alle sedute. Crediamo non sia più tollerabile la politica dei due forni, dove in seno al consiglio delle camere di commercio di Potenza e Matera ( Unioncamera di Basilicata ) si affermano e approvano principi poi non più perseguiti dagli stessi consiglieri nel consiglio camerale di Matera, è facile ricordare la tela di Penelope che si tesse di giorno per poi sfilarla di notte e ci riferiamo al non più rinviabile accorpamento delle due camere di commercio , accorpamento da inquadrare secondo l’unico disposto normativo e sul quale gli stessi consiglieri della compagine Materana si sono espressi all’unanimità favorevoli secondo il disposto normativo contenuto nella Legge 580/93, ma immediatamente ingessata negli strumentali distinguo da molti degli stessi consiglieri a Matera, distinguo che ne rendono di fatto impossibile il percorso di compimento e la conseguente fattibilità. Capiamo, ma non condividiamo, la difesa del proprio orticello oltre ogni limite che troppo spesso affligge e inficia le decisioni e le azioni di alcuni amministratori-consiglieri, così come comprendiamo che con l’accorpamento dovrà dimezzarsi il numero dei consiglieri e di conseguenza ci sarà un solo presiedente, ma non aderiamo a questo miope quanto dannosissimo comportamento di reale contrarietà a fronte di una declamata disponibilità, il tutto motivato con le più diverse argomentazioni a giustificazione e tutto al fine di rendere o rinviare il più possibile il progetto di accorpamento.
Per quanto fin qui esposto e con sereno e certo convincimento restiamo come sempre disponibili a collaborare con quanti vorranno e riterranno di volerci coinvolgere in forme e modi non strumentali per condividere un realistico progetto ed un suo trasparente percorso; continuiamo a voler credere che il nostro ulteriore appello non andrà inascoltato.
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