Per altitudini superiori a 600 m.s.l.m. c’è l’esenzione per tutti i terreni. A titolo di esempio, un soggetto non qualificabile come coltivatore diretto dovrà pagare un’imposta IMU che potrà oscillare tra 65 € e 150 € (in base all’aliquota stabilita dal comune) per un ettaro di seminativo irriguo. Invece, per un ettaro di seminativo di classe 3, l’IMU potrà oscillare tra 36 € e 84 €. Questi importi potranno subire delle riduzioni per i coltivatori diretti indicati nella circolare n.3/DF del 18 maggio 2012. Di fatto, con tale provvedimento vengono eliminate le zone svantaggiate. Si tratta evidentemente di politiche nord-centriche, che trascurano del tutto le problematiche delle aree del sud. Pertanto, invece di tutelare le aree svantaggiate, queste vengono ulteriormente mortificate, aggravando la questione meridionale. Questa miope politica non fa altro che impoverire chi ha già poco. Non c’è pertanto da stupirsi vedendo l’incremento dei flussi di emigrazione dalle aree del materano verso zone in cui risulta più facile trovare lavoro. L’assenza di strategie politiche di lungo periodo e i provvedimenti di natura fiscale (ovvero la tassazione della casa, la TARI, e infine l’IMU sui terreni agricoli) stanno portando sul lastrico le famiglie e le piccole imprese artigiane, commerciali e agricole. Con questa politica del rigore, presto il sogno dell’unione degli stati d’Europa svanirà nel nulla. L’unica soluzione ci pare la flat tax lanciata da Forza Italia con aliquota unica al 20% e soglia di esenzione fiscale fino a 13.000 €. Auspichiamo che i parlamentari locali di ogni colore politico e le associazioni di categoria nei prossimi giorni possano mettere in atto strategie concrete per porre fine a questa politica insensata del rigore anche nei confronti dei terreni agricoli, che di fatto non fa altro che bloccare i consumi e gli investimenti e di conseguenza la crescita economica.
Ing. Martino Vitelli
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