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mercoledì 18 settembre 2013

Chiusura della strada provinciale n.176 per il crollo del ponte avvenuto il 18 febbraio scorso.

Egregio Direttore, 
Le chiedo ospitalità sulla pagina dei “commenti” per alcune considerazioni sulla situazione che sta vivendo il comune di Craco in seguito alla chiusura della strada provinciale n.176 per il crollo del ponte avvenuto il 18 febbraio scorso. La comunità di Craco è allarmata perché è consapevole che il futuro del loro piccolo comune dipende anche dall’apertura e dalla completa manutenzione di quell’arteria. Già in questi mesi che ci separano dal 18 febbraio alcune famiglie si sono trasferite altrove per non sopportare più i disagi dovuti alla mobilità accidentata e alla frequenza delle scuole per i loro figli. 
Per questi motivi scolari, studenti e famiglie stanno presidiando la sala consiliare del comune temendo che le rinnovate promesse dell’Amministrazione Provinciale si rivelino “promesse di marinaio”. La prima considerazione è che quella strada, per il percorso strategico che essa disegna collegando statale Basentana n.407 e statale “Fondo valle dell’Agri” n.598, non doveva mai essere resa provinciale come accadde nel 2001, tanto più perché percorsa da circa 2000 veicoli al giorno e da 130 TIR che trasportano liquami di risulta dalle attività estrattive dell’alta Val d’Agri. All’epoca né l’Amministrazione Provinciale, né le varie amministrazioni comunale dei paesi circostanti ed interessati all’attraversamento sollevarono alcuna obiezione. Seconda considerazione: al ponte Bailey si sarebbe dovuto pensare già all’indomani del crollo (cioè da fine febbraio 2013) perché, a distanza di non più oltre di un mese, esso sarebbe stato realizzato riducendo enormemente i disagi sofferti sinora. Così come già immediatamente dopo quell’evento si sarebbe dovuto pianificare il controllo degli altri ponti. A distanza di 7 mesi siamo ancora al punto di partenza, se questi mesi fossero stati impiegati per progettare, pianificare le azioni e fare le gare di appalto adesso saremmo oltre la “metà del guado” e la popolazione di Craco sarebbe più tranquilla. Terza considerazione: la questione è stata enormemente sottovalutata perché si sono accumulati ritardi disastrosi anche per il trasporto scolastico. Forse pochi sanno che per i mesi di fine anno scolastico scorso gli alunni che viaggiavano da Craco a Pisticci erano costretti a scendere dallo scuola bus del comune di Craco all’altezza dell’interruzione, attraversare a piedi il dismesso ed insicuro ponte delle ferrovie Calabro – Lucane per poi riprendere il viaggio alla volta della scuola su un altro autobus. Questa pericolosa “pratica” è durata mesi! Come se non bastasse all’inizio del nuovo anno scolastico si sono concertati orari e coincidenze realisticamente impraticabili per gli studenti che li hanno indotti, unitamente alle loro famiglie, ad occupare la sala consiliare e ridestare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema. Adesso sono state finalmente implementate le corse per non creare altri disagi. Ci voleva davvero tanto per porvi rimedio già una settimana dopo il crollo? Le emergenze si affrontano con provvedimenti di emergenza. Quarta ed ultima considerazione: sembra di assistere ad uno “scarica barile” tra comuni e provincia, tra provincia e regione, addirittura sembrerebbe che si voglia fare dei tecnici e della burocrazia provinciale il capro-espiatorio della situazione. Per accorgersi che la strada interpoderale in agro di Pisticci, asfaltata a spese della Provincia e improvvisamente elevata a percorso alternativo e a by-pass dell’interruzione sulla s.p. n. 176, non faceva al caso, non vi era bisogno di tecnici. A lume del buon senso era percepibile che si era scelta la peggiore soluzione possibile. Innanzitutto si allungava il percorso di quasi due chilometri in più, poi la sede stradale ristretta e curve poste in prossimità di declivi scoscesi e non protetti da guard – rail la rendevano tutt’altro che adatta sopportare in maniera alternativa il traffico di autoveicoli nei due sensi di marcia. I due comuni interessati (Craco e Pisticci) non dovevano mai accettare una soluzione del genere!
Egregio Direttore,
la vicenda di questo ponte se non avesse purtroppo vissuto quel dramma che si è consumato potrebbe costituire la trama di una farsa alquanto ridicola e oltremodo faceta. 

Leonardo Giordano
Consigliere Regionale PDL

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