di Publio Fiori
Se è vero che il declino complessivo che l’Italia sta vivendo ha innanzitutto motivazioni etiche e valoriali, il dovere dei cattolici di tornare alla politica ha senso solo se è volto a recuperare un programma fondato sui principi costituzionali (libertà, sovranità popolare, rappresentanza, partecipazione, solidarietà, ecc.) che rappresentano la trasposizione del cattolicesimo politico e della Dottrina sociale cristiana. Il problema non sta, quindi, nella ricerca di formule, alleanze e compromessi, bensì nella esigenza di recuperare un progetto di società che risponda a ben determinati valori.
A tal fine i cattolici debbono innanzitutto riprendere un cammino comune che porti alla ricomposizione di un soggetto unitario; solo così sarà possibile far sentire la presenza nelle sedi Istituzionali delle nostre proposte. Infatti, fino a che i cattolici saranno divisi tra destra, centro e sinistra il loro ruolo rimarrà politicamente insignificante. A questo riguardo, l’interessante proposta dell’amico Casini di sciogliere l’UDC per costruire un nuovo Centro corre il rischio di essere fuorviante perché, non prevedendo la previa ricostituzione di un partito di ispirazione cattolica, “condanna” i cattolici a rimanere divisi e quindi di fatto ininfluenti. Forse la costituzione di un PPE italiano sarà un necessario punto di arrivo; sempre, però, che sia preceduto dalla ricomposizione di uno scenario dove siano presenti i partiti che trovano fondamento nelle principali culture e tradizioni nazionali. Pertanto, pur riconoscendo dignità alla proposta di Casini, riteniamo che il Centro, se pur dovrà essere ricostituito, debba essere il punto d’incontro tra forze politiche realmente rappresentative; quindi i cattolici dovran no essere presenti già riuniti in un soggetto capace di trovare con gli altri partiti, sui grandi temi etici e sociali, una mediazione di alto profilo qualitativo. Per queste ragioni, pur dichiarandoci disponibili a valutare la proposta di Casini, riteniamo che sia preliminare la ricostituzione di un partito di cattolici in grado di far sentire ai partiti laici, che si riconoscano nella Costituzione, il peso della grande tradizione del Cattolicesimo politico. Conseguentemente, mentre proseguiamo nell’impegno anche organizzativo per una “nuova” Democrazia Cristiana, ci dichiariamo disponibili a confrontarci con gli eventuali altri soggetti d’ispirazione laica che condividano l’esigenza di realizzare un PPE italiano. Naturalmente (questa è la nostra pregiudiziale) con un profondo cambiamento di tutta la classe dirigente, riservando a chi è da tempo nelle Istituzioni l’importante ruolo d i testimonianza e formazione di una nuova classe dirigente.
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