Ma i problemi non finiscono qui. Il tormentato bonus idrocarburi deve ora fare i conti con la sentenza del consiglio di stato che ha esteso ai patentati di Liguria e Veneto i benefici della carta carburante. “Lo stesso ministero – ha aggiunto Telesca – ha chiesto un parere al consiglio di stato sui criteri di ripartizione del fondo nazionale idrocarburi con il fine di evitare eventuali ricorsi”. Un dato però è certo: il bonus subirà una vistosa cura dimagrante. I tecnici del Mise hanno precisato che il terzo bonus non potrà essere inferiore ai 30 euro, ben poca cosa rispetto alla cifra ipotizzata inizialmente di 190 euro. “Siamo davanti ad un vero e proprio scippo consumato sulle spalle dei lucani che già contribuiscono in maniera rilevante al fabbisogno energetico nazionale”, ha attaccato il segretario della Cisl, Nino Falotico, che ha invitato la classe politica lucana a fare fronte comune per evitare la spoliazione di risorse a danno della Basilicata.
Lo stesso Falotico ha rilanciato la proposta messa a punto dai sindacati confederali nel piano del lavoro con la quale si chiede di conferire le risorse del fondo nazionale idrocarburi, quelle del Copes e per i non autosufficienti ad “un'unica misura di sostegno al reddito delle famiglie che vivono in condizioni di povertà e disagio che oggi sono completamente escluse dal bonus per il semplice motivo che non posseggono né la patente né l'auto, evitando così il meccanismo perverso e regressivo del bonus idrocarburi che dà soldi anche ai possessori di suv e auto di lusso”.
Nel corso della conferenza stampa – che ha visto la partecipazione anche di Marica Lacava del direttivo provinciale Adiconsum – sono stati infine illustrati i dati aggiornati del programma: 319 mila carte attive, 40 mila domande ripresentate, 10 mila nuove carte emesse, di cui 7 mila dei neo patentati e 3 mila di chi ha presentato per la prima volta la domanda.
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