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martedì 15 marzo 2011

DONNE E POLITICA: intervento del Segretario Provinciale del Partito Democratico di Matera, Pasquale Bellitti


Chi scrive per gli altri deve poter coltivare l’illusione di attribuire un significato pedagogico al pensiero che diventa scrittura, utilizzando doverosamente concetti semplici e accessibili, espressione anche di chiarezza di idee. Da qualche tempo ho preso confidenza con gli scritti della signora Scaraia, nella speranza di poter ricavare dalla reiterazione della lettura qualche utilità per la mia attività politica e qualche riferimento pedagogico come cittadino. Mi riesce, però, difficile comprendere quale senso ella voglia dare ai gratuiti attacchi portati al partito che rappresento e, cosa ancora più incomprensibile, ad alcune persone dello stesso. L’esasperante voglia di fare opinione a volte porta a trascendere le regole del buon gusto, abbandonandosi ad oziose lezioni magistrali, preludio a pericolose derive qualunquistiche. Tradendo il mio spirito laico e tollerante, intervengo dopo aver letto l’attacco frontale sferrato alle donne del PD nel giorno della loro festa (“I limiti della politica al femminile”, Il Quotidiano di Basilicata: 8 marzo 2011). La signora pontifica offendendo in un colpo solo intelligenza, storia, politica e persone. La colpa delle rappresentanti del PD nel Consiglio Provinciale di Matera starebbe nell’essere donne, nell’avere esternato pubblicamente il disaccordo su alcuni eventi amministrativi e nell’essersi attivate per un ordine del giorno relativo al vincolo paesaggistico pendente sul territorio di Irsina. La signora, in maniera sprezzante, si scaglia contro le capricciose donne, a suo dire, pronte a cambiare casacca pur di ottenere un posto al sole. Poi entra nel merito della gestione dell’attività consiliare intervenendo in una polemica istituzionale su ruolo e funzionamento delle commissioni consiliari, ritenute “inutili e costose” e causa di “danno erariale”. In sostanza, secondo la signora, i consiglieri rappresenterebbero un inutile orpello e ostacolo all’attività amministrativa. Eravamo abituati a riconoscere nel ceto intellettuale un riferimento imprescindibile per la crescita di una comunità e non un coacervo di pensieri distorti e fuorvianti. E pensare che per emozionarci e convincerci cita perfino Gramsci e la rivista “La città futura”, ignorando, evidentemente, che la città futura, il mondo che verrà si costruisce con l’irrinunciabile e prezioso contributo di tante donne e uomini che volontariamente destinano parte del loro tempo alla causa collettiva, servendola quotidianamente con serietà, umiltà e spirito di sacrificio. Alle tante donne che militano, anche su fronti diversi, per la causa comune, alle tante donne del PD e alle rappresentanti del PD nel Consiglio Provinciale, a cui, in particolare, sono indirizzate le ingiurie della giornalista, va la solidarietà mia personale e quella dell’intero partito, e il ringraziamento per il delicato lavoro che giorno per giorno svolgono per rappresentare puntualmente e al meglio le istanze dei cittadini che hanno tributato loro fiducia e consenso. Certamente le dinamiche e la dialettica politica e amministrativa possono portare a divergenze legittime che, a volte, non ricomposte prontamente, si esprimono con le modalità e gli strumenti di cui il sistema democratico dispone. Un atteggiamento critico può essere preludio al miglioramento; la trasparenza anche nella dialettica, può rappresentare uno stimolo a sbagliare meno. Voglio ancora ricordare che una raccolta di firme per difendere un legittimo interesse territoriale è un momento di presenza politica e garanzia di attenzione e di impegno per le comunità. Guai ad immolare, con intollerabile disprezzo e dietrologia, ogni azione sull’altare della vanità! E, comunque, se questa è vanità, ce ne fossero di vanitosi di tal fatta, il mondo girerebbe meglio. La giornalista parla in modo sprezzante delle donne del PD dipingendole come incompetenti, spregiudicate opportuniste, parti di bande armate che lottano per il potere. Abbiamo finalmente scoperto l’acqua calda! Che grande sforzo concettuale è stato prodotto! Quando si parla dei politici il linguaggio del pregiudizio è lo stesso; sfugge, però, che in una società regolare e seria le insinuazioni servono, al più, per riempire qualche pagina di giornale di gossip, dove il pettegolezzo rappresenta la mission studiata per fare cassa. Nel caso specifico la signora sembra attingere informazioni da una sorta di “orecchio di Dionisio” teso a captare umori, discussioni e divergenze e tradurli strumentalmente in becero chiacchiericcio. Tutti i politici secondo una logica esclusivista, fuori da una ristretta enclave, sarebbero “mercenari” e “ambiziosi”. Quanto all’incompetenza, nella democrazia rappresentativa esiste uno strumento fondamentale che premia o boccia: il voto! Molti si mettono in campo, presentandosi ai cittadini con la loro faccia, con le loro idee e chiari programmi e se ottengono il consenso hanno il diritto-dovere di operare. A volte i rappresentanti vengono designati, in virtù di oggettive e indiscutibili qualità e competenze, senza un passaggio elettorale.
Signora Scaraia, pur rispettando la legittimità delle sue opinioni, devo registrare che il suo tentativo di screditare, con un mal celato senso di fastidio, l’intera rappresentanza femminile del PD nel Consiglio Provinciale rappresenta un pericoloso colpo alla dialettica politica e culturale in un momento di grave crisi relazionale tra istituzioni e cittadini. Lei, abdicando alla sua naturale funzione pedagogica, dismettendo la necessaria obiettività che compete al suo ruolo, con accentuata partigianeria, contribuisce a divaricare ancora di più il solco della incomprensione e della inconciliabilità. Possiamo solo ipotizzare che ciò accade perché in pieno terzo millennio la presenza, il contributo e l’operatività delle donne in politica non sono ancora tollerate e digerite da una casta intellettuale perbenista, autoreferenziale e conservatrice che nulla ha da condividere con i principi di pari opportunità di una moderna organizzazione sociale, che, proprio grazie al sacrificio e al coraggio di tante donne, possiamo oggi annoverare e difendere come imprescindibile valore di una democrazia compiuta.

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