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mercoledì 13 giugno 2012

Bolognetti: La vicenda Fenice sta assumendo la connotazione di un remake del collodiano Pinocchio. Ma chi è la fata turchina?


Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani e Segretario Radicali Lucani

Detto fuori dai denti, la relazione inviata dall’Istituto Superiore di Sanità alla Commissione d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale, presieduta dal senatore Marino, è l’ennesimo insulto all’intelligenza dei lucani e ai cittadini del vulture-melfese che da anni vengono avvelenati dalle emissioni dell’inceneritore Fenice di proprietà della multinazionale francese EDF. Più ci immergiamo nella fetida palude del “Caso Fenice” e più cresce la sensazione che ci siano collegamenti e vicende su cui occorrerebbe far luce. Per esempio, sarebbe utile comprendere come siano state gestite le ceneri derivanti dalla combustione dei rifiuti e se per caso certi rapporti di parentela non abbiano influito sullo svolgimento delle indagini. Nella sopra citata relazione, l’ISS scrive che le informazioni disponibili non consentono di “evidenziare criticità” e arriva ad affermare che, in base “ad una superficiale verifica”, il sistema di monitoraggio appare adeguato(sigh!!!). Insomma, mentre in Commissione ambiente, attraverso l’on. Zamparutti, noi altri terroni con l’anello al naso chiedevamo un approfondito studio epidemiologico e un’indagine biologica, lor signori su un altro tavolo davano risposte basate su documenti datati, la cui inattendibilità è documentata da quanto è andato emergendo a partire dai primi mesi del 2009.
 A che gioco stiamo giocando? Mi auguro che questa risposta non rappresenti una difesa delle convenzioni stipulate tra Arpab e ISS. Convenzioni, gioverà ricordarlo, sottoscritte in anni in cui la gestione dei monitoraggi da parte dell’Agenzia regionale per l’ambiente è stata, per usare un eufemismo, omertosa. Questa storia inizia a ricordarmi il collodiano Pinocchio, con Agenzie nazionali e regionali che indossano i panni del Gatto e della Volpe, i vari Mangiafuoco e qualche Grillo Parlante da scacciare e da schiacciare. Manca, a dire il vero, la Fata Turchina, ma l’assenza è compensata dai tanti ciuchini che continuano a parlarci del paese dei balocchi. Intanto, la stessa Ispra boccia il piano di bonifica della EDF e tutto ricomincia da capo. Peccato che, mentre si susseguono le conferenze di servizio e si perpetua un gioco delle parti sempre più stucchevole e surreale, l’ammalato crepi. L’ISS sa che negli ultimi mesi è stata rilevata nelle acque di falda la presenza del micidiale cromo esavalente? Il professor Garaci è al corrente dei quesiti che da mesi rivolgiamo ad Arpab e Procure? Domande, le nostre, basate su un’attenta lettura della relazione firmata dal Prof. Francesco Fracassi del dipartimento di chimica dell’università di Bari. Un Fracassi che nella relazione consegnata alla Procura della Repubblica di Melfi scriveva: “Con nota datata 6 ottobre 2009 è stato suggerito al P.M. di richiedere ad Arpab di procedere con urgenza al prelievo e all’analisi dell’acqua dei pozzi esistenti in zona a monte e a valle del sito. La richiesta è stata prontamente trasmessa dal pubblico ministero ad Arpab ma, nonostante i dati richiesti fossero indispensabili per stabilire se le anomalie riscontrate fossero state o siano ancora pregiudizievoli per l’uso delle acque da parte degli agricoltori della zona e nonostante i vari solleciti, alcuna delle analisi richieste è stata consegnata al sottoscritto da Arpab o dalla Procura della Repubblica di Melfi”. Per il CTU le analisi erano “indispensabili”; evidentemente, non così per Arpab e Procura. Il tempo delle “analisi superficiali” è finito e anche quello del gioco delle tre carte. Basta giocare con la salute e la vita dei cittadini lucani.

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