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venerdì 27 gennaio 2012

Monti delude, l’agenda digitale resta un miraggio


Da quanto è emerso dalla conferenza stampa di Mario Monti e dalla bozza circolata in questi giorni il decreto semplificazione appare abbastanza deludente, almeno nella parte relativa all’agenda digitale, vale a dire alla programmazione di cui devono dotarsi le Pubbliche amministrazioni per digitalizzare i propri servizi con lo scopo di migliorarli. Qualche passo avanti, intendiamoci, c’è, ma è come fossimo passati dall’alto al basso Medio Evo.
In conferenza stampa è stata confermata la nascita di una cabina di regia che porterà avanti la programmazione dell’agenda digitale. E’ francamente una burocratizzazione ulteriore sulla via della sburocratizzazione. Spero di sbagliarmi, ma temo che si stiano ripetendo gli stessi errori in cui sono caduti i precedenti governi.
Ho l’impressione che un esecutivo che durerà al massimo un anno e mezzo stia perdendo troppo tempo in scelte organizzative (la cabina di regia) e che questo distolga l’attenzione dalla gestione del passaggio dall’uso del cartaceo a quello digitale. E pensare che su alcune questioni non servirebbe un decreto, ma semplicemente l’applicazione delle norme già esistenti. Faccio un solo esempio. Il ministero dell’Economia deve emanare le regole tecniche sulla fatturazione elettronica: la sola Amministrazione pubblica risparmierebbe 3 miliardi di euro. Perché non si fa?
Mi pongo inoltre un’altra domanda. L’informatizzazione non può non prevedere uno stanziamento di risorse sia perché le amministrazioni pubbliche spesso non hanno gli strumenti tecnici necessari, a partire a volte proprio dai computer, e il personale spesso non ha la formazione necessaria per accedere a questi strumenti. E’ stato stanziato qualcosa in questo senso o se ne occuperà la cabina di regia in tempi indefiniti, dunque mai?
Insomma, questo governo continua a deludermi. Lo smarrimento sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione è lo stesso che aveva l’esecutivo precedente. E la continuità con Berlusconi ormai sembra diventata una caratteristica. Colpisce gli stessi strati sociali che colpiva il Cavaliere, non tocca (come per le liberalizzazioni) i veri poteri forti, banche e assicurazioni. Ora ritarda la partenza dell’agenda digitale con una cabina di regia. Ma siamo sicuri che i tecnici siano davvero tanto esperti? Di informatizzazione pare proprio di no. Peccato, perché il quadro che emerge è che il digitale, in Italia, non sia ancora ritenuto strategico per la crescita.  

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