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giovedì 30 ottobre 2014

CNA: NEL POTENTINO UNA NUOVA IMPRESA ARTIGIANA OGNI TRE MESI

Per il terzo anno consecutivo nei primi nove mesi è costantemente e pesantemente diminuito il numero di nuove imprese artigiane in provincia di Potenza: appena 39 contro le 77 del terzo trimestre 2013 e le 66 del terzo trimestre 2012. Siamo di poco al di sopra della media di una nuova ditta artigiana ogni tre mesi che, purtroppo, è compensata, negativamente, dalle chiusure (66 al terzo trimestre 2014, 78 al 2013 e 75 al 2012). Ad evidenziarlo è una nota della Cna della provincia di Potenza aggiungendo che se un’ impresa che non nasce non fa notizia, però la notizia c’è ed è bruttissima. Se si riduce il flusso di nuove imprese artigiane sono guai seri per tutti a cominciare dal Made in Italy la cui energia inevitabilmente rischia di indebolirsi nel prossimo futuro. L’artigianato da sempre ha rappresentato la "palestra" per generazioni di imprenditori. Nel 2000 hanno chiuso 16.697 imprese ma, contemporaneamente, ne sono state aperte 24.628, per un saldo positivo di quasi 8mila imprese. Sul totale delle nuove imprese di ogni dimensione e settore, una su tre era artigiana. Le nuove imprese artigiane nate nei primi nove mesi del 2014 sono appena 17.835, il dato più basso degli ultimi quindici anni. Il sistema produttivo italiano sta perdendo il suo tratto fondativo. Le imprese artigiane sul totale delle nuove nate oggi si sono ridotte al 25%, solo una su quattro. Quando va male l’artigianato, e oggi va veramente molto male, va molto male anche l’Italia. Non vogliamo nemmeno lontanamente pensare che un’Italia senza artigiani potrebbe assomigliare a un mondo senza le api. Ma chiediamo al governo, alle istituzioni, al sistema bancario di fare in fretta per aiutare, proteggere e valorizzare questo grandissimo patrimonio del Paese. Per la Cna, inoltre, la Legge di stabilità presenta oggettivi elementi di discontinuità rispetto alle manovre recenti. Per la prima volta si osa una manovra espansiva che non contiene nuove imposte sui redditi, sostiene il reddito disponibile per stimolare la domanda, incentiva le nuove assunzioni e la riduzione strutturale del costo del lavoro. Si tratta di un tentativo coraggioso che, se non verrà stravolto nelle aule parlamentari, ma anzi ritoccato nel punto debole del rilancio degli investimenti, e non sarà paralizzato dalla burocrazia, potrebbe innescare la ripartenza dell’Italia”. “La scelta di rallentare il processo di riequilibrio del rapporto deficit/Pil, pur mantenendolo entro il 3% - sottolinea la Confederazione – dovrebbe consentire di contrastare la spirale recessiva della domanda. Ed è una scelta che va sostenuta con fermezza anche di fronte a una euroburocrazia che assomiglia sempre più a dei vigili che applicano un Codice della strada obsoleto e non si sono accorti di quanto il mondo sia cambiato nel frattempo”. “Rimane il dubbio – prosegue la nota – che gli strumenti individuati per sostenere domanda e occupazione non siano sufficienti a invertire la dinamica degli investimenti né adeguati alle imprese più piccole. Auspichiamo, quindi, misure mirate come, a esempio, un più coerente impegno sulla qualificazione della spesa pubblica, destinato a privilegiare innanzitutto interventi nelle infrastrutture, garantendo un forte e positivo impatto sull’economia nel suo complesso. E, per autonomi e piccole imprese, l’aumento della franchigia Irap”. “Tra gli stimoli positivi all’economia – conclude il comunicato della Cna – si apprezza la scelta di mantenere le detrazioni per la ristrutturazione delle abitazioni e i lavori di riqualificazione energetica. Uno studio realizzato dal nostro Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese dimostra che queste misure si sono già dimostrate una delle leve più importanti per il rilancio degli investimenti in edilizia e dell’occupazione. E a effetto zero, se non addirittura positivo, per il bilancio statale”.

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