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lunedì 30 novembre 2015

Inquinamento Jesce – Gravina, al danno potrebbe aggiungersi la beffa

La Regione Basilicata sembra essere a rischio infrazione comunitaria per non aver ottemperato agli obblighi comunitari in tema di raccolta e depurazione delle acque urbane.
Proprio per questo motivo, quest’oggi, abbiamo presentato un’interrogazione al Presidente Pittella al fine di conoscere lo stato di attuazione dei lavori di potenziamento dei depuratori a servizio della città di Matera previsti lo scorso giugno, la veridicità delle notizie apparse sulla stampa relative al rischio di infrazione comunitaria, le motivazioni per le quali i lavori risultano essere ancora bloccati e gli intendimenti della Giunta in relazione all’intera vicenda. Era il 30 giugno scorso, quando con la deliberazione n. 876, la nostra Regione sembrava aver trovato soluzione all’annoso e storico problema dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane. Con tale provvedimento, infatti, si dava seguito alla delibera CIPE 60/2012, con la quale venivano stanziati oltre 32 milioni di euro per undici interventi nel territorio lucano relativi alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane, nei quali rientravano anche tre interventi di potenziamento dei depuratori a servizio della città di Matera in località Sarra, Pantano e Lamione. La delibera individuava il soggetto attuatore dei lavori, Acquedotto Lucano, il soggetto beneficiario, il Commissario per la Conferenza Interistituzionale Idrica (ex Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale della Basilicata) e nominava anche l’Ufficio responsabile nell’amministrazione regionale. Insomma tutto sembrava pronto per l’inizio dei lavori. Peccato, però, che a sei mesi da quella delibera nulla si è mosso. I lavori non sono mai iniziati e le denunce degli ultimi giorni parlano anche del rischio della procedura di infrazione comunitaria che pende sulla testa della nostra Regione. In Basilicata, siamo sempre di fronte allo stesso problema, sulla carta di programma, si progetta e si impegnano fondi. Ma nella pratica, tutto si blocca ed i problemi non si risolvono mai. Noi speriamo che, prima o poi, la Regione decida di tutelare i Lucani e l’ambiente mettendo in campo azioni concrete per risolvere problemi che da troppo tempo tormentano la nostra Regione.

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