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venerdì 27 novembre 2015

Crediamo in una Magistratura indipendente, terza e imparziale.

Allo stesso modo in cui “la moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta”, (Plutarco), la Magistratura non solo deve essere indipendente, terza e imparziale, ma anche sembrarlo. Sono le stesse norme costituzionali a garantire l'indipendenza, la terzietà e l'imparzialità del giudice. Un giudice non deve subire condizionamenti esterni, personali, familiari, “amicali” o di altro tipo, ma “deve pronunciarsi soltanto in base alle risultanze in fatto e in diritto acquisite e comunque emergenti nel processo condotto secondo le regole” (Mauro Bove, in “Lineamenti di diritto processuale civile”, Giappichelli editore, Torino, IV ed., 2012). E’ l’ ”ABC” della funzione giurisdizionale esercitata dalla Magistratura in nome del Popolo. Ma è proprio così? E’ sempre così? Recenti grevi vicende, sfociate in procedimenti penali, che vedono protagonisti, in negativo, alcuni magistrati, hanno profondamente scosso la pubblica opinione, e rischiano di minare definitivamente la fiducia che gli italiani ripongono nella Magistratura. In questo quadro denso di oggettive criticità per l’immagine e la credibilità della Magistratura, desta preoccupazione la ventilata presenza di Giovanni Legnini, Vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (organo di autogoverno dei giudici), ad un convegno che era in programma a Matera il 26 novembre u.s. organizzato dall’Ordine degli avvocati di Matera sul tema «Avvocatura e magistratura: comune cultura della giurisdizione e “buone pratiche” negli uffici giudiziari». L’invito e, ancor più, l’eventuale partecipazione al convegno del Vice Presidente del CSM sono apparsi subito quanto mai inopportuni data la contestuale presenza al convegno del Presidente della Giunta della Regione Basilicata, Marcello Pittella, imputato per il reato di peculato nel processo “Rimborsopoli” lucana, e dello stesso avvocato difensore di Pittella, Avv. Emilio Nicola Buccico, già componente del CSM. Purtroppo, il “perimetro” della inopportunità appare estendersi anche ai relatori dello stesso convegno (dott. Lanfranco Vetrone, presidente del Tribunale di Potenza, sede nella quale si sta celebrando il processo penale che vede imputato il Presidente Pittella). Secondo quanto riportato in un articolo di Sassilive, Pittella e Legnini non avrebbero partecipato all’appuntamento convegnistico, il primo per non trovarsi in imbarazzo per la presenza del proprio avvocato difensore ed il secondo per presenziare ad un impegno istituzionale. Il Movimento 5 Stelle, con i suoi portavoce al Senato, Vito Petrocelli e Luigi Gaetti, ha ritenuto in ogni caso sussistenti profili di gravità tali da rendere inevitabile una segnalazione ufficiale allo stesso CSM e alla Commissione Parlamentare Antimafia. Sempre secondo notizie ufficiose, la Corte d'Appello di Potenza (Presidente il dott. Autera) avrebbe però annunciato per il 27 novembre 2015, presso l’aula Grippo del Palazzo di Giustizia, un altro convegno cui sarebbero stati invitati anche i vertici di Procura, Procura generale e Tribunale di Potenza nonché Giovanni Legnini (Vice Presidente CSM), i Consiglieri del CSM Massimo Forciniti e Valerio Fracasso e il governatore Pittella. Insomma, i profili di inopportunità, qualora l’appuntamento dovesse effettivamente avere luogo, appaiono ancora più pesanti rispetto all’incontro di Matera: parteciperebbero al convegno, la stessa Procura che sostiene l’accusa in giudizio a carico di Marcello Pittella – che, in caso di condanna, incapperebbe nella legge Severino e verrebbe sospeso dalle funzioni - nonchè la Procura Generale: chi non ricorda le parole del Procuratore Generale della Repubblica di Potenza all'apertura dell'anno giudiziario 2014? Riferendosi a tutti i politici lucani coinvolti nella vicenda ‘Rimborsopoli’, e con il neoeletto governatore Pittella seduto in prima fila, non esitò a definirli accattoni di denaro pubblico privi finanche della dignità criminale degli storici tangentisti. Al M5S Basilicata appare sommamente opportuno, nonché deontologicamente ed eticamente auspicabile, che, fino a che non si giunga alla sentenza passata in giudicato, il Presidente della Giunta Marcello Pittella si astenga dal partecipare ad eventi pubblici (ma anche e soprattutto privati) ai quali partecipano magistrati. Se “errare humanum est”, “perseverare autem diabolicum”! Soprattutto per la Magistratura, una volta persa la credibilità, sarebbe arduo, se non impossibile, recuperarla.

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