Adesso che anche l’on. Angelo Sanza ha buttato la spugna e siamo a meno di tre mesi dalla presentazione di liste per le regionali la ricostruzione della presenza dei democratici cristiani nella politica italiana e della nostra regione non è più rinviabile. Sanza ha avuto l’onestà intellettuale e morale di ammettere il fallimento dell’Udc. Non a caso nelle settimane scorse, di fronte alle tesi franche di Cofferati di un ritorno del PD nell’area naturale della socialdemocrazia europea, e di Berlusconi per un ritorno del PdL a Forza Italia, abbiamo necessità di riaggregare un nuovo centro ispirato ai valori cristiano sociali e alla migliore esperienza storico politica dei cattolici democratici. Non può essere certamente il “pischello fiorentino” Renzi a rappresentare la soluzione della rappresentanza dei cattolici in politica, tanto meno può essere convincente la tesi secondo cui la costruzione del nuovo centro passa inevitabilmente dal consolidamento del governo Letta-Alfano.
Caduta dei consumi del 2,8% ai livelli degli anni’70, crescente povertà estrema e non solo cosiddetta relativa e una tassazione, quarta in Europa, al 44% hanno prodotto una qualità di vita degli italiani delle classi medie e popolari, sempre più precaria con una disaffezione verso la politica espressa nei ricorrenti voti politici e amministrativi caratterizzati da un astensionismo del tutto sconosciuto nella tradizione democratica dell’Italia.
Da parte nostra coltiviamo la speranza che ciò che sta avvenendo nel mondo cattolico, rafforzato nell’unità della Fede, dopo la pubblicazione dell’ultima enciclica “ Lumen Fidei” dei due Papi, e con la quale si chiude il trittico di Benedetto XVI sulle tre virtù teologali, possa ricostruire ancora una volta la cultura politica in grado di offrire una nuova speranza all’Italia. Ci fa piacere che la nostra idea di una “Camaldoli lucana” trovi autorevoli sostenitori: Carlo Costalli, presidente del Mcl ( Movimento Cristiano Lavoratori) su Avvenire di Giovedì 4 Luglio indica due strade per vincere il declino: il rinnovamento della politica e l’avvio delle riforme istituzionali, evidenziando l’urgenza di una nuova Camaldoli a settanta anni dal famoso Codice con cui nel 1943 si riavviò l’esperienza politica dei cattolici, ad avvenuta fondazione della Democrazia Cristiana (1942).
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