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mercoledì 24 luglio 2013

Accordo di programma per la Valbasento: nei bandi si tenga conto delle caratteristiche delle imprese locali

Con una nota inviata al presidente della Regione con delega all’Ambiente Vito De Filippo, al direttore generale del Dipartimento Donato Viggiano e all’assessore alle Infrastrutture Luca Braia, il presidente della Sezione Edili di Confapi Matera Michele Molinari ha posto la questione delle ricadute sulle imprese locali della bonifica della Valbasento.“L’Accordo di programma quadro sottoscritto lo scorso 19 giugno dalla Regione Basilicata, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell’Ambiente – scrive Molinari - costituisce un’enorme opportunità per lo sviluppo della nostra regione, non solo per la salute della popolazione e per l’attrazione di nuovi investimenti imprenditoriali ma, per quel che ci riguarda da vicino, per il settore delle costruzioni, duramente provato dalla crisi economica”.
“Ci riferiamo, in particolare, ai 10 interventi per entrambi i siti, 6 progetti che riguardano la Val Basento e 4 Tito Scalo, per un totale di oltre 46 milioni di euro, una cifra potenzialmente in grado di rilanciare l’edilizia lucana”.
Per questo motivo, il presidente degli Edili di Confapi Matera chiede “che nella redazione dei bandi relativi all’esecuzione delle lavorazioni previste, si tenga conto delle caratteristiche del sistema imprenditoriale locale, costituito totalmente da piccole e medie industrie che, quantunque di dimensioni contenute, tuttavia possiedono tutte le capacità tecniche ed economiche, nonché le professionalità idonee per assumere un ruolo da protagonisti e non da semplici subappaltatori o, peggio, spettatori”. “In un periodo di grosse difficoltà in cui versa il tessuto imprenditoriale locale, la presenza di grossi gruppi di imprese con un posizionamento di privilegio penalizzerebbe le nostre aziende, impoverendole ulteriormente a discapito anche dei livelli occupazionali”.“Come Associazione di categoria – conclude Molinari - abbiamo il dovere di non lasciare le imprese lucane isolate ed esposte al rischio di soccombere o di adeguarsi all’illegalità per sopravvivere e, quindi, di incoraggiarle nell’agire etico e rispettoso delle regole”.

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