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martedì 29 settembre 2009

È NECESSARIO RIAPRIRE IL CONFRONTO

Le parole e il commento del presidente della Legacoop di Basilicata, Dott. Scavone, apparse sulla stampa in data 27/09/2009, suscitano sconcerto, necessitano di una replica e di alcune precisazioni. La vertenza Coop-Carrefour sta assumendo una connotazione “strana” e inusuale. Il punto vendita di Matera sta per essere rilevato da un grande marchio. Fin qui la notizia è piuttosto solita. Infatti, già in passato, questo punto vendita (all’epoca IPERMAC) fu rilevato da Carrefour. Anche allora la notizia non determinò scalpore. Il passaggio avvenne in maniera indolore. Si disse che i livelli occupazionali dovevano essere salvaguardati e così fu. Sebbene a subentrare fosse un marchio francese, noto per la sua ritrosia al confronto sindacale, i lavoratori non subirono alcun cambiamento in peius. Anzi, la gestione Carrefour determinò l’acquisizione di ulteriori diritti quali il premio di produttività e l’applicazione del CIA (contratto integrativo aziendale che, dopo lotte incisive e unitarie con scioperi e sit in, questi 140 lavoratori riuscirono, insieme al sindacato, a farsi riconoscere), determinando così un miglioramento delle condizioni contrattuali di tutti i lavoratori. Il passaggio attuale sta prendendo una piega problematica, a causa della rigidità con la quale la controparte ha deciso di approcciare alla questione.

L’accordo quadro sottoscritto dalle Federazioni di Categoria nazionali (che riguarda i 3 negozi di Matera, Brindisi e Bari) prevede un percorso finalizzato alla riorganizzazione di ogni punto vendita, che esclude le procedure dei licenziamenti collettivi e demanda al livello territoriale la trattativa specifica per ogni singola unità produttiva. È evidente che attribuire la competenza della trattativa al livello territoriale significa che ogni singolo punto vendita ha una particolarità (anche di fatturato) che dovrà essere tenuta presente nel momento in cui si procede all’esame congiunto. L’ipermercato di Venusio ha sempre goduto di buona salute, non sono mai state attivate procedure di CIGS, CIGO o mobilità né è stata mai sospesa l’applicazione del Contratto integrativo e questi sono senza dubbio segnali inequivocabili dell’equilibrio finanziario del punto vendita. È importante che COOP abbia presente questa particolarità, che rende diverso l’iper di Matera rispetto agli altri negozi acquistati (Bari e Brindisi) e che dovrebbe indurre l’azienda ad applicare in maniera meno rigida il modello di organizzazione del lavoro previsto. Invece, i lavoratori vengono posti di fronte ad un aut aut: o accettare la riduzione dell’orario di lavoro a 24 ore settimanali oppure andare in mobilità. Non era questo il senso e lo spirito con il quale le Federazioni di categoria Nazionali hanno sottoscritto l’accordo quadro del 30 luglio scorso. E non era questo lo spirito con il quale le Federazioni di categoria territoriali hanno partecipato al primo incontro del 23 settembre. Il sindacato sente forte la responsabilità di garantire quei 134 posti di lavoro che sono stati, in questi 10 anni di attività, fortemente difesi dalle OOSS e dai lavoratori. E’ superficiale la valutazione ricattatoria con cui semplicisticamente si dice che o si accetta il piano riorganizzativo della Coop o si perderanno posti di lavoro con l’attivazione della mobilità per le risorse in esubero. Né si può pretendere di usare la CIGS come uno strumento per “addolcire” la riduzione di orario per i 62 lavoratori, visto che alla fine dei 2 anni, comunque, secondo le intenzioni espresse di Coop, rimarranno a 24 ore settimanali. COOP deve guardare alla realtà sana che trova in quel punto vendita: forza lavoro giovane disposta ad adeguarsi a qualsiasi organizzazione del lavoro pur di salvaguardare posto di lavoro, ma conservando il salario. Il prezzo dell’acquisto non lo può pagare la forza lavoro. Né si possono porre AUT AUT così impietosi solo perché in questo territorio c’è tanto bisogno di lavoro: o si accettano le condizioni COOP o morte certa di vari posto di lavoro. Non è corretto verso questi 134 lavoratori né verso il sindacato che sta cercando, unitariamente, di presentare una piattaforma rivendicativa responsabile che contemperi le esigenze di entrambe le parti, lavoratori e Coop. Ma non si può partire dal presupposto di imporre esigenze aziendali e di prescindere da un confronto alla pari fra le parti contrapposte con cui addivenire alla soluzione più confacente all’obiettivo: garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e decollare con un piano organizzativo che porti benefici all’azienda e ai lavoratori stessi. Il sindacato della concertazione e del confronto auspica la ripresa di una trattativa franca e fondata sulla disponibilità reciproca di addivenire ad un accordo, senza rigidità e soprattutto con una grande attenzione al territorio ed a quello che fino ad oggi ha prodotto il punto vendita di Venusio. Dal mondo cooperativo ci si aspetta un’attenzione particolare al lavoro e alla sua tutela, e sicuramente nessun ricatto verso un territorio già martoriato da tante vertenze. E’ questo lo spirito con cui il sindacato si siederà il 2 ottobre al tavolo della trattativa

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