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martedì 27 ottobre 2009

Nave veleni/ La Mare Oceano sta completando la mappatura del sito

Nave veleni, Prestigiacomo: non è Cunski
non c'è radioattività, ma non è esclusa

Il relitto a largo di Cetraro non corrisponde alla caratteristiche del Cunski». Lo afferma il Ministro dell'ambiente Stefania Prestiacomo in una nota. «Questo quanto emerge dai primi rilevamenti della “Mare Oceano”, la nave, inviata dal ministero dell'Ambiente, che sta svolgendo gli accertamenti sui fondali del Tirreno. Infatti la morfologia del relitto risulta diversa da quella del Cunski. In particolare è stato rilevato che il cassero della nave affondata si trova nella zona centrale mentre quello del Cunski era a poppa», spiega il ministro. «L'accertamento che il relitto in fondo al mare non sia il Cunski e il mancato rilevamento di radioattività fino a 300 metri, che, ribadisco, non esclude la possibilità che si tratti in ogni caso di una nave dei veleni - conclude il ministro - deve indurre alla prudenza ed alla responsabilità quanti fino ad ora hanno procurato, senza avere riscontri attendibili, paura e allarme sociale, con gravissime ripercussioni economiche per la Calabria». «L'impegno del governo nella lotta alle ecomafie continua affinchè sia fatta piena luce sui misteri delle “navi a perdere”, venga appurata la verità e ogni eventuale responsabilità».

Grasso: no certezza su nave. Anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ascoltato stamane dalla commissione antimafia ha ribadito la non individuazione. «Proprio stamane mi è stato comunicato che gli ultimi riscontri non danno la certezza che si tratti proprio di quella nave, anche se il “castello” sembra essere compatibile con l'indicazione che viene da Fonti. Si potrebbe anche trattare di un piroscafo, “Il Cagliari” affondato nel '43». Secondo il procuratore nazionale le dichiarazioni fatte negli anni dal pentito Fonti sono per ora da valutarsi come «ibride». Comunque sul relitto c'è la necessità «di fare luce sulla natura del carico del relitto e, senza ulteriori inutili allarmismi», ha detto il presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella.

Pm: valutazione dopo acquisizione tutti elementi. Solo domani, dopo avere acquisito una serie di elementi ed avere sentito il pentito di 'ndrangheta Francesco Fonti, i magistrati della Dda di Catanzaro faranno un punto della situazione dell'inchiesta sul relitto individuato al largo delle coste di Cetraro. È quanto si è appreso in ambienti giudiziari In particolare i magistrati catanzaresi, prima di valutare l'attendibilità di Fonti che dice di avere contribuito ad affondare nel 1991 col suo carico di 120 fusti con fanghi radioattivi, intendono ascoltarlo direttamente dopo avere preso visione di tutta la documentazione sul caso, compresa quella relativa ai primi accertamenti compiuti dalla nave Mare Oceano, inviata dal ministero dell'Ambiente per fare i rilievi sul relitto.

Legale Fonti: non ha verificato nomi imbarcazioni. «Il mio assistito, nel memoriale, afferma di avere affondato tre navi di cui gli furono forniti i nomi, ma non ha controllato se il nome era esatto o no. Comunque domani farà approfondimenti anche in tal senso, descrivendo come erano fatte». A dirlo è stato l'avvocato Claudia Conidi, legale di Francesco Fonti, il pentito di 'ndrangheta che ha parlato dell'affondamento di tre navi contenenti rifiuti tossici, indicandone una al largo di Cetraro. Fonti, che è indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per l'affondamento delle navi da lui stesso ammesso, sarà sentito domani dai magistrati delle Dda di Catanzaro e Reggio Calabria.

Sull'annuncio che non si tratti della Cunsky si è aperto un dibattito acceso. «La Calabria - ha affermato la Regione - vuole conoscere la natura del carico all'interno della nave». E l'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco, ha aggiunto: «La Regione Calabria vuole avere una parte dei campioni raccolti in modo da poter effettuare delle analisi indipendenti». Chiedere analisi indipendenti, ha risposto il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, significa mettere in dubbio le «verifiche puntuali» che si stanno svolgendo e continuare a creare allarme. Per la prima volta, ha aggiunto Menia riferendosi alle parole del deputato del Pd, Ermete Realacci che chiedeva dello Stato, «c'è un governo che sta facendo luce su questa vicenda».

Ad animare la vicenda nave dei veleni una querelle sulle competenze tra l'Antimafia e la Commissione bicamerale sui rifiuti. Grasso ha espresso perplessità circa il sequestro di un fusto deciso dalla Bicamerale. Pecorella ha risposto sottolineando la «grave inerzia della magistratura». È intervenuto quindi il presidente della Commissione antimafia, Giuseppe Pisanu: «La competenza sulla questione della nave dei veleni compete all'Antimafia». Ma Pecorella ha ribattuto che la Bicamerale ha il compito di svolgere indagini per fare luce sugli illeciti sui rifiuti.

Sindaci Tirreno: governo dichiari stato d'emergenza. Il Governo dichiari lo «stato di emergenza» per la vicenda del relitto individuato al largo di Cetraro. Lo chiedono i sindaci del Tirreno cosentino, riuniti in un comitato permanente, che hanno ribadito la loro richiesta al vicepresidente nazionale dell'Anci (Associazione dei comuni italiani) Salvatore Perugini, sindaco di Cosenza. Nel corso dell'incontro, è scritto in una nota, «è emersa la necessità di coinvolgere, nelle azioni tese alla risoluzione della vicenda, tutti i sindaci della Calabria», ed a tale scopo Perugini ha dato la disponibilità dell'Anci a convocare un'assemblea di tutti i sindaci dei comuni calabresi a Cetraro l'8 novembre prossimo.

Wwf: vogliamo risultati finali. «E' bene non andare avanti per approssimazioni ma aspettare i risultati finali». Lo afferma il Wwf secondo il quale non bisogna neanche «avere fretta di fare dichiarazioni conclusive su risultati parziali. Questo non soltanto in riferimento alle prime valutazioni del ministro dell'Ambiente, ma anche ad iniziative assolutamente estemporanee e che non possono dare risultati significativi rispetto alla natura del carico nel suo complesso, come il prelievo di un singolo fusto dalla nave affondata a largo di Cetraro richiesto dalla Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti». «Per avere il quadro completo per l'identificazione del relitto e un'idea precisa sul carico di una nave che giace a 500 metri di profondità bisogna aspettare che tutti gli accertamenti siano compiuti»

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